Meloni alla Camera: “L’Europa di Ventotene non è la mia”, bagarre in aula e seduta sospesa
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è alla Camera questa mattina per riferire in vista del Consiglio Europeo. Dopo le comunicazioni al Senato, il dibattito sull’intervento a Montecitorio inizia alle ore 9:30, a seguire ci sarà la replica della premier con le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni e il voto finale sulle risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari.
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“Non se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”, ha detto Meloni, citando alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene. Rivolgendosi alle opposizioni, ha poi replicato: “Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest’aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”. Parole che hanno scatenato proteste in Aula dai banchi dell’opposizione con il presidente Lorenzo Fontana costretto a sospendere momentaneamente la seduta.
Nel suo discorso di ieri, al Senato, la premier ha chiarito che l’Italia non utilizzerà fondi di coesione per finanziare la difesa, evidenziando che il piano ReArm Europe prevede solo autorizzazioni a deficit maggiori, senza risorse aggiuntive. Meloni ha sottolineato la possibilità di un accordo con gli Stati Uniti per evitare dazi che potrebbero generare ulteriori pressioni inflazionistiche. Ha inoltre escluso l’invio di truppe italiane in Ucraina, ribadendo il sostegno a una soluzione diplomatica.
In merito ReArm Europe Giorgia Meloni ha chiarito la posizione del governo italiano sul piano, sottolineando che l’Italia aveva chiesto lo scorporo delle spese per la difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Tuttavia, ha evidenziato un problema nel fatto che “l’intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen si basa quasi completamente del debito nazionale degli Stati”. Ha inoltre spiegato che, insieme al ministro Giorgetti, è stata elaborata una proposta simile al modello InvestEU per coinvolgere investimenti privati con garanzie europee, rendendo il piano più sostenibile.
Meloni ha parlato della guerra in Ucraina e sulla “lunga conversazione tra il presidente Donald Trump e il presidente Vladimir Putin”, in cui si è discusso di un possibile cessate il fuoco limitato alle infrastrutture strategiche, definendolo “un primissimo spiraglio” per una pace concordata tra Trump e Zelensky a Gedda. Ha poi ribadito il sostegno al presidente Trump, considerandolo “un leader forte che sicuramente può porre le condizioni per garantire una pace giusta e duratura”.
Meloni ha risposto alle critiche del Pd chiarendo che “non seguo pedissequamente né l’Europa né gli Usa, io sto con l’Italia”. Ha sottolineato la necessità di compattezza dell’Occidente per la sicurezza dell’Italia e dell’Europa. Ha replicato anche a Elly Schlein affermando: “Quando Schlein dice ‘Trump non sarà mai un alleato’, che vuol dire? Che dobbiamo uscire dalla Nato?”. Meloni ha risposto anche alle critiche del M5S sulle spese militari, ricordando che quando erano al governo “approvando il più alto aumento delle spese della difesa rispetto al Pil”. Ha aggiunto: “Capisco che i cittadini sono preoccupati, lo sono anche io e non ho tempo per la vostra lotta nel fango”.
Infine, Meloni ha ribadito che “la compattezza del governo non è data dalla presenza dei ministri in Aula”, ma dalla capacità di rispondere ai cittadini.
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