Attualità

Diventano quattro le “ore d’aria” dei detenuti al 41bis

di Angelo Vitale -


Adeguare la rigidità del carcere duro al “fine rieducativo della pena”: determinazione non facile, ma lo ha affermato la Corte costituzionale con una sentenza intervenuta ad annullare il limite massimo di due “ore d’aria” per i detenuti sottoposti al 41 bis, un articolo dell’Ordinamento penitenziario modificato 39 anni fa dalla legge Gozzini per rendere più stringenti le regole di trattamento dei detenuti per delitti gravi (a partire da quelli di terrorismo e di associazione alla criminalità organizzata) impedendo loro, attraverso l’isolamento, ogni contatto con altri detenuti e quindi il passaggio di ordini e comunicazioni con le le organizzazioni cui appartengono.

Un regime carcerario da allora campo di dibattito e confronto nazionale e internazionale, in passato censurato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e da Amnesty international, una volta – nel 2007 – perfino messo alla berlina da un giudice degli Stati Uniti, solitamente molto larghi di manica nel restringere i diritti dei carcerati, che arrivò a negare l’estradizione in Italia del boss mafioso Rosario Gambino ritenendo il 41 bis una tortura.

Ora la Consulta, accogliendo la questione sollevata dal Tribunale di sorveglianza di Sassari dopo il ricorso di un carcerato senza però mettere in discussione “l’impianto complessivo del regime speciale”, ha stabilito che, in assenza di “giustificati motivi” o di casi in cui sia prevista la “sorveglianza particolare”, deve valere l’articolo 10 della legge sull’Ordinamento penitenziario, che stabilisce un minimo di quattro ore all’aria aperta.

L’obiettivo della sentenza, “una condizione di vita penitenziaria che, non solo oggettivamente ma anche e soprattutto nella percezione dei detenuti, possa essere ritenuta più rispondente al senso di umanità”. Una decisione che farà sicuramente discutere, accelerando la polemica politica, specie in occasione di futuri casi in cui dovesse accertarsi – succede da decenni – un nuovo buco nelle maglie dei controlli a carico di detenuti o boss ritornati alle cronache per i loro collegamenti con l’esterno. Una nuova svolta “garantista”, dirà qualcuno. Non è la prima volta della Consulta sul tema: nel 2019 aveva già raddoppiato l’unica “ora d’aria” prima consentita.


Torna alle notizie in home