Editoriale

Strage di Israele a Gaza, sapremo tornare umani?

di Dino Giarrusso -


La violenza cieca di Netanyahu contro la popolazione incolpevole ed inerme di Gaza non si ferma. Viene subito da chiedersi cosa dicano di questa macchina di morte feroce e spietata quelli che erano in piazza a ribadire l’importanza dell’Europa, a vantarsi delle nostre radici. Come mai la parola Gaza non è stata pronunciata neanche una volta in Piazza del Popolo? Perché la guerra in Ucraina ha acceso così tanto gli animi di molti nostri politici, osservatori, giornalisti, e quella in corso a Gaza non ferisce la nostra pietas, il nostro umanesimo, il nostro amore per la vita e per gli esseri umani? Cosa ha fatto e cosa sta facendo in concreto l’Europa per la povera gente innocente di Gaza, che muore ogni giorno? Di concreto niente. Guardiamo cosa è successo ieri, guardiamo ancora una volta i bambini morti nell’ennesima strage di civili: c’è un solo italiano, un solo europeo, che può giustificare questa barbarie orrenda? La risposta purtroppo è sì.

C ’è ancora chi difende la macchina di morte guidata da Netanyahu, chi con contorsioni degne di miglior causa trova motivazioni a questo indegno orrore. E poi c’è quella retorica in assoluta malafede che associa noi critici della politica di sterminio di cui oggi si macchia Israele all’antisemitismo, per mandare la palla in tribuna e sterilizzare il dibattito. E invece vogliamo dirlo chiaramente, che tutto siamo fuorché antisemiti, e che moltissimi ebrei in tutto il mondo si sentono mortificati dalla violenza cieca del loro governo, e urlano il loro dolore. Nemmeno loro sono antisemiti, sono solo essere umani che non hanno perso l’umanità. L’Unicef parla di 130 bambini uccisi solo ieri, mentre i numeri complessivi, sui quali questo giornale aveva già fatto le proprie riflessioni, parlano di oltre 14mila bambini uccisi, almeno 3mila dei quali avevano meno di cinque anni. Verrebbe da chiedere alla Sinistra per Israele – i cui membri in larghissima parte sostengono legittimamente e con forza il sostegno all’Ucraina e denunciano i crimini di Putin – cosa aspettino a criticare Israele con la durezza che merita. Cari Picierno, Fassino, Quartapelle, Fiano: dov’è oggi il vostro dolore per le vittime incolpevoli, dove la vostra indignazione? E Meloni? E la destra tutta? Come possiamo costruire un mondo migliore se c’è uno stato che continua a violare il diritto internazionale facendo stragi di civili e bambini, mentre buona parte del mondo occidentale si volta dall’altra parte? Pensare che l’infamia del terrorismo possa giustificare questa politica, dire che contro Hamas ogni azione è lecita, è un’idea violenta e falsa, insostenibile. Israele sta svellendo ormai da mesi quel che restava delle trattative di pace in una zona del mondo che duole da decenni come una ferita purulenta. Questo va detto senza esitazioni, senza più girarci attorno, senza timidezze di sorta. Schlein, Meloni, Conte, Salvini, Tajani, Fratoianni, Bonelli, Calenda, Magi, Lupi e tutti gli altri: perché non stilate un documento unitario in cui condannate questa barbarie e proponete severe sanzioni contro Israele? Forse delle volte ci si illude che la politica possa fare cose straordinarie quando fatica anche nell’ordinario, è vero. Ma la storia umana è fatta anche di soprese, di colpi di reni, di lampi di dignità improvvisi. Noi auspichiamo uno di questi slanci luminosi, una sorpresa, una luce che ci stupisca e ci abbagli. Perché è vero che i problemi di noi italiani sono concretissimi e urgenti, sono le bollette, gli affitti, il lavoro, la paura di restare tagliati fuori dalla vita: di questo nessuno vuole dimenticarsi, e questo nessuno può mai sottovalutarlo. Ma tutte queste preoccupazioni, e tutte le passioni e le esigenze della nostra vita quotidiana, esistono perché siamo esseri umani. E se siamo esseri umani non possiamo restare indifferenti davanti a quello che succede a Gaza, davanti a quei bambini morti, davanti a scelte politiche scellerate che violano il diritto internazionale e negano il valore stesso dell’esistenza umana. In più atti di guerra brutali come quello di ieri (l’ennesimo voluto da Netanyahu) hanno ed avranno sempre come conseguenza – purtroppo per tutti – la recrudescenza del terrorismo arabo, e una rabbia crescente in chi ha perduto tutto senza aver colpe, e vedrà nella vendetta l’unica chance di riscatto. Una follia che merita un colpo d’ali della politica italiana ed europea. Siamo sognatori? Probabile, ma fra il piangere e il sognare preferiamo ancora sognare, tenendo gli occhi ben aperti.


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