Esteri

Turchia: arrestato il sindaco di Istanbul. Ankara limita l’accesso ai social e vieta le manifestazioni

di Ernesto Ferrante -


La polizia turca ha arrestato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, uno dei principali avversari politici del presidente Recep Tayyip Erdogan, nell’ambito di un’indagine su presunte vicende di corruzione e terrorismo. L’agenzia statale Anadolu Agency afferma che i procuratori hanno emesso mandati di cattura per circa altre 100 persone. Le autorità hanno chiuso diverse strade intorno alla città più popolosa della Turchia e vietato le manifestazioni per quattro giorni, in un apparente tentativo di prevenire le proteste dopo il fermo di Imamoglu.

Ankara sta anche limitando l’accesso a numerose piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, stando a quanto ha denunciato l’osservatorio Internet Netblocks. L’arresto è avvenuto in seguito a una perquisizione della casa di Ekrem Imamoglu, un giorno dopo che un’università aveva invalidato il suo diploma di laurea, squalificando di fatto l’antagonista di Erdogan dalla corsa alla presidenza. Avere una laurea è un requisito per candidarsi alle elezioni in base alla legge turca.

Il partito del sindaco, il Republican People’s Party, terrà le primarie domenica. Imamoglu, a meno di sorprese dell’ultima ora, dovrebbe essere “incoronato” come candidato per le future elezioni presidenziali, previste per il 2028, anche se non si esclude una tornata anticipata.

“Stiamo affrontando una grande tirannia, ma voglio che sappiate che non mi scoraggerò”, ha assicurato il primo cittadino in un messaggio video pubblicato sui social media, accusando il governo di “usurpare la volontà” del popolo.

Qualche giorno fa sono stati tratti in arresto cinque sospetti con l’accusa di spionaggio per conto dei servizi segreti iraniani. Gli agenti hanno condotto operazioni a Istanbul e nelle province meridionali di Antalya e Mersin. Secondo le informazioni disponibili, avrebbero raccolto dati su basi militari e aree strategiche in Turchia e all’estero, trasmettendoli successivamente ai servizi di intelligence iraniani. Non sono filtrati dettagli sulle loro nazionalità.


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