Attualità

Il decalogo Confindustria all’Ue per l’economia circolare

di Cristiana Flaminio -


Confindustria crede all’economia circolare e alle potenzialità italiane in un settore che, giorno dopo giorno, si fa sempre più strategico. E così “invia” dieci raccomandazioni all’Ue che raccolgono le istanze del mondo produttivo in vista dell’ormai imminente Circular Economy Act. Tra le proposte indirizzate a Bruxelles da viale dell’Astronomia si intravedono tre pilastri, o direttrici chiave, che informano l’intero documento: abbattimento delle barriere non tecnologiche, promozione dello scambio di beni e prodotti circolari e potenziamento, ulteriore, della capacità impiantistica del Paese. C’è inoltre la richiesta, impellente, di snellire la burocrazia, semplificare la concessione delle autorizzazioni alla gestione dei rifiuti. “L’economia circolare è per noi un vanto di competitività verso il mondo”, ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione dell’evento “Loop Forward: Building a Circular Economy for a Sustainable and Competitive Europe”, organizzato dall’associazione degli industriali a Bruxelles: “L’Italia – ha ricordato proprio Orsini – ha raggiunto nel 2021 gli obiettivi che l’Europa si è posta nel 2020. Da ogni chilo di prodotto riciclato, l’Italia è riuscita a generare 3,6 euro di Pil in confronto alla media europea di 2,2 euro di Pil: i dati confermano che l’industria italiana sia vicina all’ambiente”. A dar manforte alle istanze Confindustria anche il ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: “Governo e il mondo produttivo hanno obiettivi comuni e strategie compatibili da coordinare, gli sforzi dell’Italia in corso in tutti questi settori dimostrano che condividiamo con le aziende del nostro Paese una identica visione di sviluppo sostenibile e siamo pronti a rafforzare la nostra collaborazione per promuovere l’innovazione, la gestione sostenibile delle risorse e la circolarità in tutta Europa”.


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