Attualità

Draghi: Sicurezza Ue messa in discussione da Donald Trump

di Giorgio Brescia -


In Senato è il giorno di Mario Draghi, l’ex premier è in Parlamento per illustrare il rapporto presentato a Bruxelles. L’attualità preme, alla manovra di Donald Trump sono dedicate le sue parole: “La nostra sicurezza – dice – è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea”.

“Gli indirizzi della nuova amministrazione – precisa – hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile l’Europa è oggi più sola nei fori internazionali”. Le sfide che attendono il Vecchio Continente vanno affrontate con un investimento di 800 miliardi, la stessa cifra che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen vorrebbe venisse destinata al riarmo dei singoli Stati. Draghi è in Senato nella stessa giornata in cui qui è attesa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per illustrare le sue comunicazioni prima del Consiglio europeo. Per la difesa europea – afferma – “occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei” e che “sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale”. E serve “che l’attuale procurement europeo per la difesa, pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023, sia concentrato su poche piattaforme evolute invece che su numerose piattaforme nazionali”. Deleterio disunirsi su questo: a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, i Paesi Ue alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti.

Il consulente speciale della presidente della Commissione Ue affronta pure il bollente tema del rincaro energetico che a suo avviso fa arretrare imprese Ue e italiane: “Costi dell’energia così alti pongono le aziende europee e italiane in particolare in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri” mettendo a rischio “la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell’economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita”. Una questione primaria: “Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie”.

E su questo tema, riferendosi all’Italia, sostiene che non si possano “unicamente aspettare le riforme a livello europeo”, qui da noi sono disponibili “decine di gigawatt di impianti rinnovabili in attesa di autorizzazione o di contrattualizzazione” per i quali è indispensabile “semplificare e accelerare gli iter autorizzativi, e avviare rapidamente gli strumenti di sviluppo”. Perché il problema dei prezzi all’ingrosso dell’energia, che in Europa conta due o tre volte per i livelli Usa, è “ancora più marcato in Italia, dove i prezzi dell’elettricità all’ingrosso nel 2024 sono stati in media superiori dell’87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto a quelli spagnoli, e del 38% rispetto a quelli tedeschi”.


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