La guerra di Ursula finanziata con i nostri risparmi
La guerra – si sa – è un business, il più redditizio. Proprio ora che si intravede concretamente la possibilità di arrivare alla pace in Ucraina – oggi ci sarà l’attesa telefonata tra il presidente Usa Trump e il suo omologo russo Putin – stride la corsa al riarmo impressa all’Ue da alcuni paesi (più il Regno Unito, che nell’Ue non ci sta più). Ci sono dei paesi europei messi molto male, con debiti mostruosi. Come – che coincidenza – Francia e Gran Bretagna, che infatti guidano la “coalizione dei volenterosi”. Ossia coloro che vorrebbero proseguire la guerra nel Donbass e che vorrebbero persino inviare truppe. Due scenari che allo stato attuale cozzano con le intenzioni di Russia e Usa, desiderosi di riprendere al più presto i loro affari. L’Ue dunque vuole investire nel riarmo per supplire alla crisi economica e industriale (anche la Germania convertirebbe le fabbriche da automotive a panzer). Peccato però che a Bruxelles pensano di ricorrere alla cosiddetta “Unione dei risparmi e degli investimenti”. Ossia, i soldi dei risparmiatori. I soldi nostri.
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