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Con la pandemia i disturbi alimentari sono aumentati del 30%

di Cristiana Flaminio -


I disturbi alimentari affliggono i giovani e con la pandemia l’incidenza del fenomeno è aumentata del 30%. Ecco i dati più allarmanti che caratterizzano un fenomeno che, ogni anno, costa la vita a non meno di 4mila italiani. L’isolamento e la bolla digitale hanno contribuito ad acuire l’esposizione ai rischi con il rischio che diete sempre più estreme e in certi casi a dir poco folli possano essere seguite da un numero di utenti dei social sempre maggiore.

Ieri, al convegno tenutosi all’Auxologico San Luca di Milano in vista della Giornata nazionale del fiocchetto lilla che ricade proprio oggi, gli esperti hanno fatto il punto della situazione. E le cose non sembrano andare per il verso giusto, anzi. Ma per combattere i disturbi alimentari c’è molta disponibilità. Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, che ha raccontato di aver sofferto di questi problemi da studentessa, ha riaffermato la disponibilità del pubblico a moltiplicare gli sforzi: “Le istituzioni di fronte a questo problema devono arrivare prima e dobbiamo farlo tutti attraverso la prevenzione, abbattendo quell’assordante silenzio che spesso nasconde questi problemi. Stiamo lavorando a un Hub nazionale sulla prevenzione, perché fare prevenzione significa non arrivare all’emergenza e poter fare la differenza”.

Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha sottolineato come la prevenzione debba accompagnarsi a un intervento concreto e strutturato, capace di sostenere i pazienti lungo tutto il percorso di cura: “Il nostro obiettivo è realizzare un percorso completo di assistenza, tutela, diagnosi e terapia per i pazienti che sono affetti da disturbi del comportamento alimentare, fornendo tutto il sostegno necessario alle strutture e agli Irccs che si occupano di queste patologie, come Auxologico, uno dei centri di eccellenza sul nostro territorio per questo tipo di cure”.


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