Garibaldi, l’eroe italiano che conquistò l’Inghilterra
Giuseppe Garibaldi è universalmente riconosciuto come una delle figure più iconiche del Risorgimento italiano, ma la sua fama e il suo mito non si fermarono ai confini della penisola. Durante il XIX secolo, l’Inghilterra lo celebrò come un autentico eroe, accogliendolo con entusiasmo straordinario. Questo fenomeno può sembrare sorprendente, ma si spiega con il contesto politico e culturale dell’epoca, in cui Garibaldi incarnava ideali di libertà, giustizia e coraggio che risuonavano profondamente con l’opinione pubblica britannica. L’Inghilterra vittoriana fu una delle nazioni europee che più si interessò agli eventi del Risorgimento italiano. Nonostante il governo britannico mantenesse una posizione prudente, l’opinione pubblica e molti intellettuali vedevano nella lotta di Garibaldi un riflesso dei principi liberali che sostenevano. Garibaldi era percepito come un moderno cavaliere errante, difensore dei popoli oppressi che combatteva per la giustizia e la libertà.
Già nel 1854, durante la Guerra di Crimea, si parlava di coinvolgerlo nel conflitto a fianco degli inglesi, ma fu la spedizione dei Mille del 1860 a renderlo leggenda. Il successo della sua campagna nel Meridione, culminato nell’incontro con Vittorio Emanuele II a Teano, lo consacrò come il “Liberatore d’Italia”. La stampa britannica lo esaltò, e il suo nome divenne sinonimo di eroismo e sacrificio. L’appoggio inglese alla spedizione dei Mille non si limitò alla simpatia: vi furono forme di sostegno dirette, sia di singoli cittadini sia dalle istituzioni. Appoggio significativo fu quello della Royal Navy. Durante la spedizione garibaldina le navi britanniche monitorarono attentamente i movimenti della flotta borbonica, scoraggiando eventuali attacchi.
Quando i Mille sbarcarono a Marsala due navi da guerra britanniche erano ancorate al porto: anche se rimasero formalmente neutrali, la loro vicinanza dissuase i Borboni dall’intensificare l’attacco, permettendo a Garibaldi di consolidare la sua posizione in Sicilia. Anche durante la battaglia per la conquista di Palermo (maggio-giugno 1860), con la città sotto assedio dei garibaldini, il console britannico e gli ufficiali della marina inglese mediarono tra le parti, contribuendo alla resa delle forze borboniche. Altro elemento poco noto ma significativo fu la partecipazione diretta di volontari inglesi nella campagna garibaldina. Molti di questi uomini provenivano da ambienti liberali e radicali, affascinati dall’epopea garibaldina e desiderosi di combattere per la causa dell’unità italiana. Tra i più noti vi fu il colonnello John Peard, soprannominato “Garibaldi inglese”.
Momento culminante della fascinazione inglese per Garibaldi fu nel 1864, quando fu invitato in Gran Bretagna. L’accoglienza che ricevette superò ogni aspettativa: migliaia di persone si riversarono per le strade per acclamarlo. Giunto a Londra l’11 aprile, fu accolto da una folla immensa, tanto che il Times lo definì “l’uomo più popolare del mondo”. Garibaldi fu ospite di personalità illustri come Lord Palmerston, primo ministro, e John Stuart Mill. Visitò la fabbrica di armi di Birmingham e fu ricevuto anche a Southampton e a Portsmouth. Tuttavia, il governo britannico iniziò a temere che l’entusiasmo popolare potesse sfociare in pressioni per un intervento più diretto e così Garibaldi il 27 aprile lasciò l’Inghilterra.
L’enorme popolarità di Garibaldi in Inghilterra si può spiegare attraverso diversi fattori: incarnava gli ideali di autodeterminazione e indipendenza nazionale cari al liberalismo britannico; il suo impegno contro la tirannia rispecchiava la tradizione inglese di lotta per le libertà civili. In Inghilterra, i movimenti progressisti e operai vedevano in Garibaldi un alleato nella loro lotta per i diritti civili e politici. Dopo la sua visita, l’Inghilterra continuò a celebrare Garibaldi per molti anni. Società garibaldine sorsero in diverse città, e perfino squadre di calcio (come il Nottingham Forest) adottarono la famosa camicia rossa in suo onore. Il rapporto tra Garibaldi e l’Inghilterra è un esempio di come un leader nazionale possa trasformarsi in un’icona internazionale, capace di ispirare non solo il suo popolo, ma intere generazioni oltre i confini della propria patria.
Torna alle notizie in home