I dati Istat di oggi sulle vendite al dettaglio provocano la preoccupazione di Confcommercio. “Il dato di ottobre sulle vendite al dettaglio è peggiore delle attese – rileva l’Ufficio Studi -: tendenziale in volume pari a -6,3% contro il -3,7% della Congiuntura Confcommercio per i beni al netto di automobili, carburanti, tabacchi ed energia”. Una Congiuntura, l’ultima di novembre, che aveva messo nero su bianco la previsione di 2una fine del 2022 non meno complicata dei mesi autunnali”.
“Il ripiegamento della spesa delle famiglie è comune a molti Paesi europei – segnala l’Ufficio Studi -. E la progressiva erosione di potere d’acquisto determinata dall’inflazione sul reddito e sulla ricchezza liquida, solo parzialmente compensata dai pure ingenti sostegni governativi, comprime lo spazio che le famiglie possono destinare alle spese non obbligate. Questa inevitabile configurazione si riflette negativamente su molte voci di spesa, tra le quali l’abbigliamento e le calzature, e sui formati distributivi più tradizionali”.
“Resta confermato, in ogni caso – la conclusione dell’analisi -, lo schema interpretativo per le dinamiche di breve termine dell’economia italiana: ottobre e prima parte di novembre negativi per i consumi con innesco della recessione, e poi reazione positiva dalla fine di novembre e fino a dicembre, fenomeno che renderebbe mite, o tecnica, la contrazione dell’attività economica. Queste valutazioni complessivamente ottimistiche scontano le ipotesi di successo delle politiche di compensazione delle perdite di reddito corrente e di rafforzamento della fiducia a dicembre. In caso contrario, la recessione potrebbe approfondirsi, con la conseguente compromissione delle prospettive di crescita per il 2023”.