Attualità

Romania, dalla Corte l’ultimo stop a Calin Georgescu

di Angelo Vitale -


Calin Georgescu è stato definitivamente escluso dalla corsa alle presidenziali in Romania, la Corte costituzionale ha respinto il suo ricorso contro il bando alla sua candidatura che intendeva presentare – il giorno del suo fermo – dopo l’annullamento del processo elettorale che lo aveva portato a vincere il primo turno nello scorso novembre.

Contro Georgescu era stata aperta nello scorso mese di febbraio una inchiesta penale per false comunicazioni sulle fonti del finanziamento della sua campagna elettorale. Con il pronunciamento di oggi, sembra essersi definitivamente archiviata per lui ogni chance di rientrare in gioco. L’esponente dell’estrema destra George Simion, a capo del partito da cui Georgescu si era sfilato, l’Alleanza per l’unione dei romeni, ha denunciato “un attacco contro la democrazia e le libertà” in atto nel Paese.

E Georgescu ha definito l’esclusione come un attacco alla democrazia, ribadendo le sue accuse all’Europa che considera una dittatura e dicendo che la Romania è un Paese sotto tirannia. Per lui, c’erano state parole di solidarietà da Elon Musk che aveva criticato la decisione come “una follia”. La sua esclusione aveva pure scatenato proteste violente a Bucarest, con sostenitori di Georgescu a tentare di forzare la sede della commissione elettorale, dispersi dalla polizia con gas lacrimogeni.

Ora, la Romania diventa a rischio caos. Al posto di Georgescu potrebbe candidarsi George Simion, una variabile che, in queste ore, non può essere ancora giudicata in attesa che l’escluso definisca le sue mosse. Potrebbe continuare ad incitare i suoi sostenitori alla protesta in ogni ambito della vita sociale del Paese – un mese fa lo aveva fatto invitandoli ad aderire allo “sciopero contro i supermercati” partito in Croazia per contrastare l’aumento dei prezzi -, ricercare alleanze per il voto delle presidenziali o addirittura promuovere il boicottaggio della consultazione.


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