Cultura & Spettacolo

IN LIBRERIA – Michel de Certeau

di Eleonora Ciaffoloni -


“La personalità di Michel de Certeau si può comprendere nella sua essenza solo a patto di essere disposti a mettersi in viaggio”.
E noi abbiamo intrapreso questo cammino grazie al racconto di Luigi Maria Epicoco in Michel de Certeau (collana Eredi, diretta da Massimo Recalcati – Feltrinelli, 2025) venendo a conoscenza e a testimonianza, di una creatività e di una passione, ma anche di un pensiero che diventa metodo e che racchiude l’esperienza “mistica” di un filosofo e teoreta incredibilmente attuale. Epicoco ci accompagna nel mondo di Certeau fin dalle prime righe, dai primi passi in Savoia, alla sua educazione cattolica e al suo andirivieni in seminario. Ci riporta in anni tumultuosi in cui lo studioso prima, e il filosofo poi, è cresciuto, maturato e cambiato. Michel de Certeau attraversa molteplici ambiti disciplinari partendo dagli studi teologici – affiancati dalla lettura di Karl Marx – fino all’Opera dei Mistici e arrivando allo studio della storia in quanto tale e in quanto “fare storia”. Un lavoro, quello dello storico, che porta all’elaborazione del passato come alterità che è fatta di assenza, una distanza tra passato e presente che ritornerà, nel percorso del filosofo francese.
Ma a fare da vero spartiacque, nella sua vita, sono gli eventi del maggio francese. Le rivolte del 1968 significano per lui la nascita di qualcosa di nuovo, una crepa di opacità che Certeau cerca di tradurre attingendo sia alla sua formazione religiosa sia agli studi storici. Una fase della sua vita personale e professionale che lo porta ad abbracciare la modernità, che ci racconta grazie alla sua originale visione dell’altro e del mondo. Questo viaggio nella vita e nel pensiero di Certeau ci ha dato la sensazione di essere di fronte a qualcosa di grande.
Grazie a questo libro, guidato da Luigi Maria Epicoco, ci è stata resa meno “straniera” la parola di Certeau: la profonda attualità del suo pensiero è stata resa magistralmente grazie all’alternanza del racconto di vita e di stralci di opere e di autori, tutto contestualizzato con l’avanzare della sua carriera, del suo mondo e della sua maturità.
Una lettura dinamica, quasi malinconica da cui ne emerge, sorprendentemente, anche una chiave laica. E visto che abbiamo iniziato questo viaggio con una citazione, lo concluderemo con un’altra massima: “Tutto ciò che è vero non può mai essere riposto su uno scaffale”.
Lo prendiamo come un monito.


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