Non sia l’Italia a dividersi sull’unità dell’Occidente
Che quanto accaduto nello Studio Ovale la scorsa settimana abbia segnato una delle pagine peggiori degli ormai oltre tre anni di conflitto tra Russia e Ucraina è indubbio, ma altrettanto indiscutibile è che a rimetterci non può certamente essere il fronte dell’Occidente. E se in qualche modo questa alleanza si è incrinata, che sia per il botta e risposta tra Trump e Zelensky, per i dazi imposti dagli Usa o semplicemente per il nuovo corso intrapreso dalla Casa Bianca, non c’è alternativa che lavorare a una sua rapida ricomposizione, da parte di tutte le parti in causa. Senza dubbio, perché ciò avvenga occorre che l’Europa superi finalmente una grande prova di maturità, dimostrandosi realmente unita e mossa da quella comunione di intenti che a più riprese è apparsa, invece, purtroppo perduta. Se quindi una manifestazione pro-Europa può avere una sua logica, la piazza non può certo diventare un’occasione per tracciare la distanza con gli Stati Uniti, rischiando di compromettere l’Alleanza Atlantica. Il dialogo tra democrazie compiute non può infatti certamente interrompersi, ma va incentivato, innanzitutto nell’interesse dell’Ucraina e della sua popolazione. L’appello di Giorgia Meloni a ritrovare l’unità dell’Occidente è dunque più che sensato, addirittura scontato, forse finanche banale, e meraviglia ci sia chi, al contrario, chiede al governo italiano di scegliere tra Trump e l’Europa come fa il Pd o chi lo accusa di non aver preso posizione in merito, come sostenuto da Giuseppe Conte. Così come è un errore infilarsi nello scontro tra il presidente americano e quello ucraino come ha fatto la Lega. Una politica matura dovrebbe capire che in questa situazione non c’è spazio per il tifo da stadio, che Europa e Stati Uniti hanno reciprocamente bisogno l’uno dell’altro e che il dialogo tra loro deve prescindere da chi siede alla Casa Bianca o guida le principali cancellerie dei paesi dell’Ue. Per raggiungere e mantenere la pace, per garantire la sicurezza a livello internazionale, per difendere le libertà che solo le democrazie occidentali possono garantire, non si può prescindere dal dialogo e dalla ferma volontà di far prevalere le ragioni dell’unità anche quando ci sono delle divisioni. Bisogna piuttosto avere l’umiltà di comprendere che spesso e volentieri un compromesso è indispensabile, ma anche quella di ammettere che alcuni terreni, come quello che riguarda la questione ucraina, sono particolarmente impervi e che è facile scivolare. L’importante è riuscire ad alzarsi, magari con l’aiuto dei compagni di viaggio.
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