A Mannheim l’interrogatorio del sospetto che ha lanciato l’auto sulla folla uccidendo 2 persone
Mannheim, oltre 300mila abitanti, è una città del land tedesco del Baden-Wuttenberg, la terza del Baden-Wuerttemberg. Qui, il 31 maggio scorso un venticinquenne aveva accoltellato cinque persone e ucciso uno dei poliziotti che tentava di fermarlo, la Procura locale ritiene che si tratti di un attentato islamista e il processo è iniziato nello scorso mese. Ieri, un episodio che ha generato nuovo terrore: un’auto sulla folla in una delle due strade principali che si preparava al Carnevale, lì di solito festeggiatissimo, due morti e decine di feriti, in un’atmosfera per ore e ore sospesa tra l’incidente e l’attentato.
Fatti gravi che in Germania si ripetono dal periodo antecedente alla campagna elettorale per il rinnovo del Bundestag, accendendo la cronaca ma subito poi spegnendola, in un quadro generale ove la paura per l’insicurezza urbana è strumentalizzata politicamente ma pure complessivamente poco analizzata e contrastata.
Ogni volta con i cittadini almeno per poche ore rassicurati dal fermo o dall’arresto dei responsabili, frequentemente negli ultimi episodi indicati come islamisti radicalizzati. Ma non sempre figli delle periferie urbane contrassegnate dal disagio, non sempre immigrati o rifugiati arrivati al gesto estremo dell’accoltellamento o di un veicolo lanciato contro la folla di un mercatino o di un centro storico.
Talvolta, come Taleb Al Abdulmohsen, il medico saudita autore della strage di Magdeburgo dello scorso dicembre, integrati nel tessuto sociale e portatori di idee diametralmente opposte. In Germania, insomma, la paura governa l’insicurezza delle città.
A Mannheim, la polizia tedesca ascolterà oggi l’uomo sospettato di aver lanciato la propria auto in velocità contro una folla riunita a Mannheim, in Germania, uccidendo due persone – una donna di 83 anni e un uomo di 54 anni – e ferendone altre 11. Gli agenti hanno perquisito nella serata di ieri l’abitazione dell’uomo a Ludwigshafen, e sequestrato alcuni oggetti. Il cittadino, tedesco, è stato dimesso dall’ospedale ove era stato ricoverato perché si era sparato in bocca ed è ora sotto custodia della polizia. “Lo interrogheremo oggi”, ha confermato il capo del Landeskriminalamt del Baden-Wuerttemberg, Andreas Stenger. Gli inquirenti sperano di ricavarne indicazioni sul movente dell’attacco: al momento sarebbero emersi indizi di un disordine mentale del presunto responsabile. Sul cruscotto della sua auto sono stati rinvenuti appunti scritti a mano contenenti formule matematiche sulla velocità e il tempo e spazio di frenata.
Torna alle notizie in home