Così i tassi alti Bce hanno ristretto il credito
BCE EUROTOWER EURO TOWER SEDE
Le politiche monetarie ultrarigide della Bce ci sono costate, solo in termini di credito o meglio di mancati finanziamenti a famiglie e imprese, quasi quanto un Pnrr. La Fabi ha presentato il conto dei tassi alti tra il 2021 e il 2024: un triennio nero per il credito ai privati che ha perso quasi 60 miliardi di euro (-4,5), ridimensionandosi da 1.325,9 miliardi a 1.266,7 miliardi. Peggio ancora, se possibile, è andata alle imprese che si sono viste ridurre i prestiti, globalmente, per 64,2 miliardi. Una flessione che sfiora il 10 per cento, attestandosi a -9,7%. In tutto da un totale di 663,1 miliardi si è passati a 598,9 miliardi.
Una situazione che è parzialmente migliorata negli ultimi sette mesi dell’anno scorso quando, iniziata la fase discendente del costo del denaro impressa dalle nuove politiche Bce, i mutui per la casa hanno ripreso a risalire, per complessivi 5,3 miliardi, facendo segnare un aumento dell’1,3 per cento 420,8 miliardi di maggio ai 426,1 miliardi di dicembre. Quando da Francoforte la Bce ci si è decisi a far tornare i tassi a livelli più bassi, dunque, il credito è ripartito ma, per ora, non sarebbe ancora riuscito, secondo l’analisi Fabi, a recuperare tutto il terreno perduto. C’è, infine, una buona notizia. Nel 2024 è aumentata la liquidità degli italiani. Il valore dei conti corrente è salito di venti miliardi attestandosi a 1.363,6 miliardi, in aumento di 19,8 miliardi rispetto ai 1.343,8 miliardi del 2023, pari a una crescita dell’1,5%. Le famiglie, dunque, hanno avuto finalmente di che risparmiare. Ma il 2025, con il rizelarsi della crisi energetica, non s’è aperto sotto i migliori auspici.
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