Sport

Il Coni si divide su Malagò

di Lino Sasso -


Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha trascorso ieri una giornata a Francoforte per partecipare all’assemblea dell’Associazione dei Comitati Olimpici Europei (Coe), occasione in cui Carlo Mornati, segretario generale del Coni, è stato eletto segretario generale del Coe, succedendo a Raffaele Pagnozzi dopo 19 anni di mandato. Malagò ha aggiornato i rappresentanti europei sull’organizzazione dei Giochi di Milano Cortina 2026, approfittando della presenza del presidente uscente del Cio, Thomas Bach. Mornati ha accolto con soddisfazione l’elezione, attribuendola al “sistema Italia”, che a suo avviso dimostra di funzionare. Intanto, a Roma continuano le polemiche sulla questione del limite dei mandati. La recente lettera inviata al Governo tramite una Pec del Coni ha scatenato reazioni contrastanti. Renato Di Napoli, presidente della Federazione Tennistavolo, ha espresso stupore nel vedere il proprio nome tra i firmatari, dichiarando di non essere stato informato. Alberto Miglietta, presidente della Federpesistica, ha invece confermato il proprio sostegno ai contenuti della lettera, ritenendo giusto armonizzare il sistema sportivo italiano con le normative vigenti. La vicenda ha rivelato divisioni interne al Coni e ha permesso di delineare gli schieramenti in vista delle elezioni del 26 giugno. Nei corridoi del Foro Italico circolano diversi nomi per la successione alla presidenza, tra cui Petrucci, Carraro, Bonfiglio (unico ad aver rilasciato dichiarazioni pubbliche), Aracu, Bianchedi, Compagnoni, Di Centa, Pancalli e Pigozzi. Sergio D’Antoni, promotore della lettera, ha ribadito le proprie scuse per “l’equivoco delle firme”, ma ha anche criticato il ministro dello Sport, Andrea Abodi. Secondo D’Antoni, Abodi è in contraddizione nel suo rifiuto di modificare il limite dei mandati per il Coni, avendo invece sostenuto una normativa simile per le federazioni sportive. La situazione resta tesa, con il Coni diviso tra chi sostiene la necessità di un cambiamento e chi invece difende l’attuale normativa. Le prossime settimane saranno decisive per capire gli equilibri politici in vista delle elezioni di giugno.


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