Cultura & Spettacolo

Come si mangia a Milano, te lo dico Veramente

di Nicola Santini -


Ci sono stato recentemente, portato dai consigli preziosi di un amico quale Gerardo Mauro, che quando si tratta di scegliere un posto nuovo da provare è campione olimpionico.
Il rischio dei posti nuovi, in una città che macina rapidamente mode e modi come Milano, è che sia il solito posto fatto per sorprendere e per prendere, ma quando si tratta di dare, beh, lascia sempre un po’ di puntini di sospensione. Potevo mangiare meglio e spendere meno, potevo godermela di più, potevano offrire un servizio migliore. E invece, veramente, Veramente offre la quadra perfetta fatta per durare. Tra piatti buoni e generosi, profumi, un mix azzeccato di nuovo e tradizionale, un’atmosfera gradevole e perfettamente calzante con il mondo che gira intorno a Largo Treves, fatto di borghesia elegante e colta e di gente che lavora tra negozi, uffici e showroom. Veramente rappresenta a tavola la Milano sana, orgogliosa, operosa e godereccia. Una Milano da mangiare, bella da vedere e soprattutto buona.
Mi è piaciuto? Mi è piaciuto. Mi è piaciuto il coraggio di chi mette nello stesso menù i salimbocca alla romana con un fondo bruno da urlo (che ho fotografato un secondo prima di fare una scarpetta memorabile) e il classico risotto fatto con tutti i crismi che urla Milano dalla corona della Madonnina.
Veramente è un ristorante che celebra la cultura tutta italiana dello stare bene a tavola, attraverso i sapori autentici di piatti tradizionali realizzati a regola d’arte e l’atmosfera accogliente e conviviale dei pranzi in famiglia nella cucina di casa. Aperto a luglio scorso nel cuore dello storico quartiere milanese di Brera, in via Palermo 11, Veramente è un luogo felice, in cui si celebra il piacere del buon cibo assaporando quelle ricette senza tempo – dalla parmigiana di melanzane alle linguine alle vongole, dalla fiorentina ai saltimbocca alla romana, dal tiramisù al babà – che, da Nord a Sud, hanno fatto la storia della cucina italiana. Preparati “come una volta”, impeccabilmente perfetti nella loro assoluta semplicità, sono piatti da gustare tra chiacchiere e musica in un ambiente dal sapore rétro, accompagnati da un calice di vino rigorosamente italiano. La colonna sonora si gusta come quello che si mette sotto i denti. Il mio soundhound impazzito a campionare ogni traccia, perché da quel momento vorrei mangiare sempre con un sottofondo così. Un mix di Ozpetek e Sorrentino come suggestioni, che ti fa sentire l’orgolio di essere italiano anche quando vai a orecchio. Eppure l’idea è giovane.
I complimenti ai founder, gli imprenditori Gianmarco Venuto e Filippo Sironi, insieme ai fratelli Filippo e Marco Mottolese, tutti classe 1989 e provenienti dal settore della ristorazione. Venuto e Sironi, già founder de Il Mannarino – prima insegna di macelleria con cucina aperta nel 2019, che oggi conta 16 ristoranti – e di Rosita Galletto e Birra – insegna di fast casual focalizzata sul mitico Galletto alla brace -, sono stati inseriti da Fortune tra i 40 Under 40 più influenti sulla scena gastronomica italiana.


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