Gaza: incertezza sulla seconda fase dell’accordo tra Israele e Hamas
Hamas ha chiesto alla comunità internazionale di fare “pressioni” su Israele affinché “rispetti integralmente” quanto previsto “dall’accordo” per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri “e si entri immediatamente nella seconda fase senza rinvii né esitazioni”. In un messaggio diffuso da al-Jazeera il gruppo ha rivendicato il suo “pieno rispetto” degli impegni assunti.
“Al termine della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco e scambio di prigionieri, confermiamo il nostro pieno impegno per l’attuazione di tutte le disposizioni dell’intesa in tutte le fasi e tutti i dettagli”, si legge nel testo.
La prima fase dell’intesa si conclude domani. L’esponente del movimento di resistenza islamica, Taher Al-Nunu, si è espresso contro l’ipotesi di una sua proroga. “La rottura” da parte dello Stato ebraico sulla “seconda fase dell’accordo non consente una proroga della prima fase – ha spiegato al canale Al Araby – Noi confermiamo l’impegno riguardo l’accordo di cessate il fuoco e ora la responsabilità è dei mediatori. Devono costringere (Israele) ad attuarlo”.
Le autorità israeliane hanno scarcerato 643 prigionieri palestinesi “da più prigioni del paese”, i cui nomi erano stati concordati con Hamas per il settimo scambio con ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza.
L’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre del 2023 contro il sud di Israele è stato “un completo fallimento” della sicurezza israeliana. Lo conferma l’indagine interna condotta dall’esercito israeliano, secondo cui “le Idf hanno fallito nella loro missione di proteggere le persone”.
Si è trattato di “uno dei più grandi fallimenti” nella storia dell’esercito. Il Comando meridionale delle Idf ha scoperto che circa 5.600 miliziani hanno fatto irruzione in Israele in tre ondate.
Il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, il generale Herzi Halevi, si è assunto la ‘”piena responsabilità” del “fallimento totale”. “Mi assumo la responsabilità. Ero il comandante dell’esercito il 7 ottobre e mi assumo la piena responsabilità di fronte a voi”, ha detto in un video.
Durante il cessate il fuoco abbiamo ricevuto informazioni secondo cui Hamas pianificava attacchi contro soldati e insediamenti”, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, citato dal Jerusalem Post. Immediata la replica della fazione palestinese, riportata dallo stesso giornale israeliano.
“Sono fuorvianti e infondate le accuse e le affermazioni di Katz secondo cui Hamas pianificava attacchi contro soldati e comunità durante la tregua”, ha risposto il sodalizio islamista, bollandole come parole che arrivano nel “contesto dei tentativi dell’occupazione di eludere i suoi obblighi sulla base dell’accordo di cessate il fuoco”.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di “continuare a lavorare senza sosta fin quando non avremo riportato tutti indietro”.
Il Qatar ha presentato un memorandum scritto alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, per avere un parere consultivo sul fatto che le autorità israeliane debbano permettere alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie di operare in Israele e nei Territori palestinesi.
A renderlo noto è stato il ministero degli Esteri di Doha, spiegando che il documento è stato consegnato da Mutlaq bin Majed Al-Qahtani, ambasciatore del Qatar nei Paesi Bassi.
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