Attualità

IL CARRELLO DELLA SPESA – Negli Usa la galline fanno le uova d’oro

di Giovanni Vasso -

UOVA E FARINA UOVO IMPASTO CIBO GENERATE AI IA


In America, le galline fanno le uova d’oro. Nel giro di pochi mesi, il prezzo di una confezione di uova è salito tra i sei e gli otto dollari, a seconda dello Stato in cui si acquistano. Il più caro, va da sé, è la California dove per acquistarne una dozzina si spendono più di nove dollari. Eppure, per i consumatori, si tratta di un prezzo ancora conveniente, viste le notizie che continuano ad arrivare. Così i supermercati e i drug store sono “costretti” a limitare l’acquisto a un massimo di due confezioni a cliente. Intanto, stando alle notizie che arrivano dagli Usa, iniziano a farsi largo i dealer, i contrabbandieri di uova che reimmettono sulla borsa nera merce che, spesso e volentieri, è provento di furti. Alcuni di dimensioni colossali, veri e propri colpi gobbi. Come quello avvenuto, un mese fa all’inizio di febbraio scorso, a Greencastle, in Pennsylvania. Dove, da un camion dell’azienda agricola Pete and Gerry’s Organics, sono state trafugate ben centomila uova per un valore commerciale stimato in circa 40mila dollari. Ma le tratte, però, sono tante. E le vie dei contrabbandieri sono infinite. Alla frontiera tra Usa e Messico c’è gran lavoro per le forze dell’ordine. E non solo per limitare gli ingressi illegali di uomini, armi e droga. No. Adesso anche le uova vengono importate illegalmente nel territorio degli Stati Uniti.

Ma come è stato possibile arrivare a tutto questo? La storia è lunga e si intreccia con la politica. A filo doppio. Perché il prezzo delle uova – e la polemica rovente che ne è scaturita – ha rappresentato un cavallo di battaglia per la rielezione di Donald Trump. Che ha utilizzato la vicenda per criticare prima e azzoppare poi le scelte e le politiche dei dem. Il punto di partenza è, come al solito, il pre Covid. Nel 2019, dodici uova costavano tra 1,5 e i 2 dollari in tutti gli States. Poi è arrivata la pandemia. Non tanto (o meglio, non solo) il coronavirus quanto l’aviaria. Nel 2022 i pollai americani sono stati letteralmente spopolati dal virus che, secondo diverse stime, ha ucciso qualcosa come 50 milioni di galline ovaiole. Per tentare di arginare il contagio si arrivò, in quegli anni, a distanziare gli animali prendendo a misura il distanziamento sociale in voga in quegli anni. Tra una gallina e l’altra dovevano esserci non meno di sei metri. La strategia non funzionò granché. La pandemia ha continuato a imperversare fino che, nel 2023, il prezzo delle uova iniziò a impennarsi al punto che qualche giornalista economico paragonò questi prodotti, fino a quel momento quotidiani e rassicuranti, al “nuovo bitcoin”.

L’aviaria, per qualche mese, sembrava aver allentato la morsa. Nel 2024 ci si era sforzati di tornare alla normalità. Ma i prezzi, quelli, di scendere (troppo) non ne hanno voluto proprio sapere. Il costo delle uova s’era stabilizzato attorno ai 4 dollari. Intanto l’amministrazione Biden aveva giocato la carta finale: l’Armageddon delle galline malate. Milioni e milioni di esemplari sono stati abbattuti. Col risultato che, oggi, la popolazione di ovaiole è la più bassa di sempre. E di uova, quindi, non ce n’è. Ma le disgrazie non arrivano sole. Perché nemmeno questa scelta ha pagato e si registra un’altra impennata di contagi: almeno 19 milioni di galline hanno contratto l’aviaria nel corso del mese di febbraio. Trump sbuffa e se la piglia con chi l’ha preceduto parlando di “problemi ereditati”. Intanto che ne sorgono di nuovi.


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