Hot parade
Sale: Atac. Ahi, Atac. Ci voleva l’Antitrust per dirglielo, netto e tondo: è scorretto, scorrettissimo, imporre ritardi, disservizi, disagi e chissà quale altra magagna ai poveri pendolari romani. Dopo il caso assenteisti, ricordate? c’erano cartomanti, cantanti e affini, tra stazioni fatiscenti e servizi rivedibili, sarà compito dell’authority fare lo slalom per venire a capo e magari tentare di migliorare l’inferno degli utenti della Città Eterna (ritardataria). Auguri.
Stabile: Eli Lilly. Amici ciccioni, su con la vita. L’America, madre di ogni carboidrato, nostra regina degli ingozzamenti, ha la soluzione adatta per voi. Basta con le siringhe danesi, adesso il nuovo trend sono le pillole made in Usa. Le produrrà una startup, o meglio una vera e propria azienda, che si chiama Eli lilly e che già adesso vale 25 miliardi di dollari. Naturalmente, è tutto made in Usa. Trump ne sarà più che felice: la via americana alla magrezza indotta da farmaci che andrebbero utilizzati solo da persone con problemi davvero seri è servita. Alla faccia dell’Europa. Tié.
Scende: Manchester United. Il Manchester United non vince più. I bilanci, non solo i tifosi, piangono. Perciò la società ha deciso di imbracciare la motosega, peggio di Milei, e di tagliare i costi. Ma piuttosto che vendere Hojlund, Rashford e chissà quale altro (presunto, sedicente, fate voi) top player di una squadra una volta meravigliosamente imbattibile e oggi tristemente a rischio retrocessione, il club ha preferito chiudere la mensa. Solo i calciatori potranno avere i pasti gratis, frutta per tutti gli altri. E nemmeno sempre. Carajo!
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