Slitta il decreto bollette, la polemica invece arriva puntuale. Il rinvio, a venerdì, della riunione del consiglio dei ministri per varare le misure che avrebbero dovuto alleviare gli esborsi energetici per famiglie e imprese, diventa un caso politico. Già, perché il presidente del consiglio Giorgia Meloni avrebbe chiesto uno sforzo in più ai suoi ministri, in particolare a Giancarlo Giorgetti e a Gilberto Pichetto Fratin. Che, sul tavolo, le avevano presentato un pacchetto da circa tre miliardi da spalmare su un periodo di circa sei mesi. Una proposta imperniata sulla protezione dei clienti vulnerabili, delle imprese energivore e delle pmi. Troppo poco, evidentemente, per la premier che ha chiesto di trovare soluzioni diverse per affrontare un problema che fa davvero paura. Ma la richiesta da parte di Meloni, come ha riportato il Corriere della Sera, sarebbe stata vissuta come una bocciatura pubblica da parte di Giorgetti, che non avrebbe nascosto il dispiacere per una reazione che è stata interpretata come irrituale. Fonti del Mef, difatti, avrebbero confermato al quotidiano di via Solferino l’irritazione dell’inquilino del dicastero di viale XX Settembre. Che adesso dovrà racimolare almeno cinque miliardi per far fronte al caro bollette soddisfacendo, al contempo, le richieste di Meloni. Ma la coperta è sempre corta. L’Italia non ha margini di manovra davvero ampi dal momento che il bilancio resta sotto la spada di Damocle del Patto di stabilità e, soprattutto, perché l’Ue non guarda con chissà che favore alle manovre di alleggerimento sui prezzi dell’energia. La frizione, vera o presunta, consumatasi dentro il governo ha riempito il pomeriggio delle agenzie. La Lega, per una volta, difende (o forse sfida?) il “suo” Giorgetti: “Abbiamo il miglior ministro dell’Economia al mondo – ha affermato in conferenza stampa Alberto Gusmeroli deputato e presidente della commissione per le attività produttive – sono sicuro che oltre a lavorare bene sul decreto bollette, farà altrettanto sulla rottamazione delle cartelle con rateizzazione lunga e sulle aliquote irpef, le risorse verranno trovate per tutti e tre gli interventi”. Il collega alla Pa, il ministro Paolo Zangrillo, ha gettato acqua sul fuoco e parlando a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1 ha dichiarato che si è fatto “molto romanzo” su un “provvedimento importante che implica la necessità di mettere in gioco tante risorse”. Zangrillo ha spento le polemiche descrivendo Giorgetti come “uno tosto” ma “molto attento al dialogo”. Quindi ha riportato: “Il Cdm è stato rinviato perché si doveva completare la copertura”. Sempre il solito nodo, dunque. “Tre miliardi? Speriamo che bastino, dobbiamo aiutare le fasce deboli della popolazione ed il sistema imprese”.