Esteri

Cessate il fuoco in Medio Oriente a rischio: tensioni sul rilascio dei prigionieri

di Giuseppe Ariola -


L’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi è a un passo dal collasso e potrebbe far nuovamente precipitare la situazione in Medio Oriente. Lo riferisce una fonte israeliana definita assolutamente affidabile al sito Walla, secondo cui Israele è impegnato in trattative con Stati Uniti e altri mediatori riguardo ai 602 prigionieri palestinesi il cui rilascio, previsto per sabato scorso, è stato però rinviato. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha infatti deciso di posticipare la scarcerazione fino a quando Hamas non avesse garantito di evitare le cerimonie pubbliche e propagandistiche puntualmente svoltesi durante il rilascio degli ostaggi o la restituzione dei corpi di quelli che hanno perso la vita nel corso della prigionia. Secondo la fonte israeliana, Hamas ha accettato che il trasferimento dei corpi di quattro ostaggi avvenga in privato, soddisfacendo apparentemente le condizioni poste dal premier. Tuttavia, Netanyahu avrebbe successivamente inasprito la sua posizione, esigendo che il rilascio dei prigionieri avvenga solo dopo la consegna effettiva dei corpi facendo così vacillare il cessate il fuoco che si regge su un già fragile equilibrio, adesso ulteriormente compromesso. Un ufficiale israeliano, sempre citato da Walla, ha criticato questa decisione, sostenendo che alcune figure nel governo sembrano più preoccupate delle cerimonie di Hamas che della restituzione dei civili deceduti per la sepoltura in Israele. L’ufficio del premier ha respinto tali affermazioni, definendole “notizie false” e parte della “propaganda di Hamas”. La situazione resta tesa, e il futuro dell’accordo appare incerto, mentre le trattative continuano per scongiurare il fallimento dell’intesa e garantire il rilascio degli ostaggi ancora detenuti.


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