In Italia calano le emissioni di Co2. Lo riferisce l’Istat secondo cui, tra il 2021 e il 2023, sono finite nell’atmosfera poco meno di 400 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Solo per il 2023, le emissioni sarebbero diminuite rispetto all’anno precedente del 5,3%. Tutto ciò grazie, stando agli analisti Istat, all’industria della fornitura di energia elettrica, gas vapore e aria condizionata. Solo in questo comparto, difatti, le emissioni sono crollate del 22,2% nel breve volgere di un solo anno. Grazie a un maggior ricorso alle fonti rinnovabili, fanno sapere dall’Istat, la produzione complessiva italiana di energia elettrica ha immesso nell’atmosfera il 6,9% di gas alteranti in meno rispetto al 2022. Ciò è avvenuto anche per effetto del calo delle importazioni e della diminuzione dell’utilizzo di fonti fossili a cominciare dal gas. Anche i consumi domestici risultano in attenuamento deciso: -9,3% di emissioni che fanno il paio con quelle (in calo) della manifattura, per il 3,8%. Si tratta di due delle voci più pesanti nel bilancio delle emissioni di Co2 in Italia e pesano, rispettivamente, per il 21,9 e il 10,3% del totale. I risultati dell’Italia nel processo di decarbonizzazione metto il Paese nella scia dei partner Ue. La Germania rimane in testa con un calo stimato nel 9,3% sul trend annuale. Segue la Polonia (-6,3%) e quindi sull’ultimo gradino del podio si piazza la Francia (-5,6%). Al quarto posto c’è l’Italia e quindi la Spagna. La media complessiva dell’Unione europea a 27 Stati è pari a un decremento stimato nel 6,6%.