Immigrazione e società, le nuove sfide della polizia
La mission delle forze di polizia è quella di prevenire e contrastare vecchie e nuove forme di violenza, crimine e terrorismo internazionale come emerge dalle inchieste giudiziarie, utilizzano il potenziale oscuro del web e la rete dei disperati. Il mondo globale ha posto nuove e inedite sfide, la promozione dell’integrazione e della coesione sociale, dello sviluppo e del benessere sarà sempre più difficile da realizzare, specie poi quando si cerca di delegittimare la funzione dell’ordine pubblico. La sicurezza pubblica è imprescindibile per fronteggiare devianze criminogene di una modernità priva d’anima e imposta dal mercatismo, a cui oggettivamente contribuisce in maniera significativa l’immigrazione clandestina, e bisogna prenderne atto. Il fenomeno migratorio ha imposto nuovi costumi, religioni e modelli etico sociali che non ci appartengono, come emerge con chiarezza dalle condotte incivili e arroganti verso i cittadini, o gli epiteti e aggressioni indirizzate alle autorità, specie dalle componenti più radicali delle comunità islamiche. La contaminazione inconscia dei costumi e l’oscurantismo culturale che viviamo è giunto al punto di voler cambiare l’inno di Mameli, cioè la nostra storia. Le dinamiche in atto, favoriscono la mutazione profonda dello spirito pubblico del paese, agevolate da algoritmi che semplificano partecipazione e opinioni, ma generando ricchezza per pochissimi e una nuova forma di dittatura. La crisi della democrazia costituzionale, della partecipazione e le patologie connesse alla selezione della rappresentanza politica, ha inibito i naturali anticorpi della democrazia. In detto quadro, il ruolo della sicurezza pubblica ha assunto una centralità strategica e funzionale diversa dal passato, soprattutto rispetto alla fruibilità e tutela dei processi democratici e non solo del diritto alla sicurezza di ogni cittadino e comunità. È irresponsabile utilizzare gli apparati di sicurezza per dispute politiche quotidiane fondate sul qualunquismo per guadagnare voti, o non perdere quelli che restano. Mentre bisogna supportare e valorizzare il lavoro, la funzione, il ruolo istituzionale e sociale, svolto da uomini e donne preposti alla cura del complesso prisma della sicurezza pubblica e della sicurezza nazionale, che la carta e la legge, attribuiscono alle autorità di pubblica sicurezza, alle forze di polizia e militari, non ad altri. Sono fermamente convinto che nessuna delle forze politiche che siedono in Parlamento, debba sottrarsi dalla costruzione di una rinnovata idea d’integrazione e convivenza civile, ma senza tracimare dal perimetro della nostra storia e dei nostri valori, rispettando le autorità pubbliche e religiose, se si vuole governare la mutazione sociale e dei costumi e tutto ciò che scaturisce dall’incompiuta integrazione. Un errore sottovalutare le subdole forme di colonizzazione culturale, che si stanno originando dalle aree più periferiche delle società occidentali, che favoriscono l’annichilimento dei nostri valori e del nostro credo religioso e dei suoi simboli, che sono patrimonio universale e non solo della nostra storia. La cronaca quotidiana evidenzia, che la società multietnica porta in sé inediti conflitti sociali com’è accaduto in Francia, che ha spesso anticipato mutamenti che hanno pervaso l’Europa e interessato il nostro Paese.
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