Ancora stallo in Vigilanza per la presidenza Rai
Archiviata la parentesi del Festival di Sanremo, l’attenzione sul fronte Rai torna a incentrarsi sulla poltrona della presidenza di viale Mazzini, vacante da oltre quattro mesi. Chi aveva sperato o auspicato che le trattative tra i partiti per sbloccare lo stallo sulla Consulta potessero includere anche il dossier Rai o che lo schema adottato per l’elezione dei quattro nuovi giudici della Corte Costituzionale fosse prontamente replicato per archiviare anche questa spinosa pratica è rimasto deluso. La distanza tra i partiti alleati di governo e quelli di opposizione per la presidenza del servizio radiotelevisivo pubblico non è stata colmata e ancora mancano due voti per garantire al nome di Forza Italia, Simona Agnes, la necessaria maggioranza dei due terzi. Il voto in questione deve avvenire nella commissione parlamentare di Vigilanza, dove i lavori sono sostanzialmente bloccati da due mesi, con diverse sedute convocate ma poi annullate per mancanza del numero legale. Una nuova riunione dell’ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei vari gruppi politici è prevista per domani e l’obiettivo è quello di riuscire a sbloccare l’impasse e a calendarizzare nuove sedute dopo quelle andare a vuoto. Il clima, però, non è dei migliori e, anzi, sullo stesso stop dei lavori maggioranza e opposizione si rimpallano le responsabilità. Di fatto, a far mancare finora il numero legale è stata la maggioranza proprio alla luce del mancato accordo sul nome di Agnes, circostanza stigmatizzata dai partiti di minoranza che hanno addirittura ipotizzato l’eventualità delle dimissioni dei propri esponenti in commissione, per poi smentirla. Se l’idea, che avrebbe fatto decadere l’intera commissione e comportato tempi lunghissimi prima di avere una nuova operatività dell’organismo parlamentare, sia giunta da ambienti del Pd o da quelli del Movimento 5 Stelle non è chiaro, fatto sta che poco dopo che la notizia è trapelata entrambi i partiti si sono affrettati a etichettarla come priva di fondamento. Eppure l’ipotesi, sebbene per una manciata di ore, è stata realmente in campo per poi tramontare a seguito di un’interlocuzione tra Campo Marzio e il Nazareno. Proprio le interlocuzioni rivestono, infatti, un ruolo decisivo in questa partita e non solo quelle tra alleati, ma soprattutto quelle trasversali. Ieri alla Camera, a pochi passi dal Transatlantico, ce n’è stata una tra due big, il segretario di Forza Italia Antonio Tajani e la numero uno del Pd Elly Schlein. Il titolare della Farnesina e vicepremier, tra i principali sponsor di Simona Agnes anche all’interno del proprio partito, dove pure è stata espressa qualche riluttanza su questo nome, ha negato che la presidenza Rai sia stata tra gli argomenti di discussione, aggiungendo che l’attuale situazione di blocco “non dipende da noi”. Fonti azzurre garantiscono però che il già fitto lavorio per trovare una quadra si sia di recente ulteriormente intensificato, sebbene sulla riuscita dell’operazione Agnes ci siano ancora forti dubbi. Ad ogni modo, già domani si avrà un qualche segnale, in un senso o nell’altro, in base a ciò che sarà deciso dai vertici della Vigilanza Rai, a partire dalla prossima data nella quale la commissione sarà chiamata a riunirsi.
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