Hamas ha consegnato i nomi dei tre ostaggi da liberare domani
Hamas ha trasmesso a Israele, tramite gli intermediari del Qatar e dell’Egitto, la lista con i nomi dei tre ostaggi che saranno liberati domani. Si tratta di Aleksandr (Sasha) Trufanov, (29 anni), Saguy Dekel-Hen (36 anni). Yair Horen (46 anni). L’elenco è stato accettato dallo Stato ebraico.
Al momento, il movimento di resistenza islamica tiene in ostaggio 76 persone, di cui 17 dovrebbero essere rilasciate nell’ambito della prima fase dell’accordo di 42 giorni, che prevede la liberazione di 33 rapiti.
L’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu ha diffuso una dichiarazione attribuita a un funzionario israeliano, in cui si afferma che il governo sta “lavorando in pieno coordinamento con gli Stati Uniti per garantire il rilascio del maggior numero possibile di ostaggi vivi, il più rapidamente possibile”. “Intendiamo sfruttare appieno questa opportunità. Dopodiché, tutte le opzioni saranno sul tavolo”, ha continuato l’israeliano.
Hamas ha annunciato che domani verranno scarcerati 369 detenuti, 36 dei quali stanno scontando condanne all’ergastolo, e altri 333 arrestati a Gaza dopo il 7 ottobre. Di fatto, si tratta del numero più elevato di gazawi rimessi in libertà finora. Uno di loro sarebbe Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan nell’enclave palestinese.
Gaza segue da vicino le azioni di Israele e si “aspetta che rispetti” gli impegni umanitari assunti nell’accordo di cessate il fuoco. Lo ha detto Salama Maarouf, capo dell’ufficio informazioni del governo della Striscia.
“La catastrofica realtà umanitaria e di vita che il nostro popolo nella Striscia di Gaza sta soffrendo a causa della guerra di sterminio e pulizia etnica condotta dall’occupazione nel corso di 15 mesi, non tollera procrastinazioni e ritardi nell’introduzione di requisiti per rifugi e altre necessità come carburante, attrezzature pesanti, dispositivi e attrezzature mediche e materiali per il ripristino delle infrastrutture”, ha proseguito Maarouf, citato da Al Jazeera.
“Quasi un milione e mezzo di persone sono rimaste senza casa dopo che le loro abitazioni sono state distrutte, mentre tutti i residenti della Striscia di Gaza, che ammontano a 2,4 milioni di persone, soffrono della mancanza dei servizi di base e della mancanza di infrastrutture”, ha denunciato il capo dell’ufficio informazioni, fornendo i numeri della catastrofe umanitaria causata dall’operazione militare di Tel Aviv.
Mercoledì 19 febbraio il Presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, sarà in visita ufficiale a Roma. Alle 12, Herzog sarà ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella stessa giornata è previsto anche un incontro con la premier Giorgia Meloni, che al momento non è stato ancora ufficializzato.
Riad ospiterà a un vertice di 5 Paesi arabi per elaborare una risposta congiunta al piano di Donald Trump di svuotare la Striscia di Gaza dei suoi abitanti e ricostruirla sotto il controllo americano. Lo ha fatto sapere una fonte vicina al governo saudita.
Il summit riunirà i leader di Arabia Saudita, Egitto, Qatar, Emirati arabi e Giordania, qualche giorno prima di quello previsto il 27 febbraio in Egitto. In quella sede sarà ribadito il rifiuto dello “sfollamento degli abitanti di Gaza” e del loro “trasferimento” fuori dal loro territorio d’origine.
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