Attualità

Il liceo classico non affascina più: “Studenti temono latino e greco”

di Giovanni Vasso -


Il liceo classico non tira più. Continua il flop di iscrizioni. E il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, all’Adn Kronos teme che a dissuadere molti potenziali liceali possa essere la “paura” di doversi ritrovare a studiare latino e greco. Un po’ perché si tratta di materie ritenute non più in linea coi tempi, un po’ per la difficoltà di ritrovarsi alle prese con Cicerone, Platone e Aristotele. Se il liceo classico rallenta, lo scientifico continua a godere di ottima salute e buon appeal. Resta, però, in mezzo a color che son sospesi il grande progetto del liceo del Made in Italy. Allo stato attuale un mezzo oggetto misterioso che non attrae granché ragazzi e famiglie.

“Non è una novità che il liceo scientifico registra più iscritti del classico, è un trend che va avanti da molto tempo: il liceo classico ha perso fascino ed è considerata come un indirizzo meno in linea con le esigenze di oggi e credo che lo studio delle lingua greca dissuade molti studenti, potrebbe intimorire”, ha spiegato Giannelli. Il classico diventa, più che un’ambizione, un affare di famiglia: “Gli studenti che si iscrivono al liceo classico probabilmente provengono da famiglie che a loro volta hanno frequentato il classico e che ritengono che questo tipo di indirizzo, umanistico, sia più completo, sia un valore aggiunto”. Chi guarda all’università non sembra fare troppe distinzioni nell’orientamento liceale: “La scelta tra scientifico o classico non inficia, a mio parere la scelta universitaria – evidenzia Giannelli – da qualsiasi scuola si provenga se c’è l’abitudine allo studio, si può scegliere qualsiasi università: è l’impegno allo studio che fa la differenza”. Ed ecco, qui, snocciolata un’altra delle ragioni alla base del calo di iscrizioni al classico. Perché rompersi la testa tra casi, declinazioni, forme mediopassive e aoristo cappatico se, comunque, si può andare lo stesso, e con profitto, all’Università frequentando, per dire, un istituto tecnico che, nel frattempo, rilascerebbe un titolo di studio utile (di sicuro molto più utile della maturità classica) a esser speso sul mercato del lavoro?

In mezzo al guado rimane il liceo del Made in Italy che, al momento, non sembra essere considerato granché: “Secondo i dati sembra non esserci al momento un grande feeling, non attrae ancora i ragazzi. Credo che se il ministero dell’Istruzione e del Merito intende favorirlo e promuoverlo ulteriormente dovrà ideare ed attuare una campagna informativa più incisiva e attrattiva”.


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