LA FILIPPICA – Tra un fisco giusto e il cittadino deve esserci un rapporto di fiducia
Il rapporto di fiducia tra cittadino e Stato in ambito tributario è fondamentale. Lo sappiamo bene anche perché qui da noi sta venendo meno. Torno perciò su un argomento caro ai nostri lettori, la legislazione fiscale, e quelle che a mio avviso sono le troppe incongruenze con cui ci si scontrano molti contribuenti, e che si traducono in un aggravio economico perché danno vita a inutili braccio di ferro. Lo faccio nella speranza che una piccola palla di neve ingiusta, possa tramutarsi in una valanga giusta. Un esempio classico è quello del regime fiscale delle detrazioni cui sono sottoposte le automobili aziendali. Si tratta di concetti ben chiari agli addetti ai lavori perché vede l’Italia avere adottato nel tempo una legislazione molto diversa rispetto ad altri Paesi comunitari. Il cittadino medio non sa che per le detrazioni sui veicoli aziendali ad uso promiscuo nel nostro Paese – stranamente – vige la regola del cosiddetto “40/60”, cioè si può detrarre il 40 per cento dell’Iva sostenuta per l’acquisto. Bene, se questa regola esiste, e se il lavoratore-contribuente può solo parzialmente detrarre l’autovettura aziendale, il Fisco però mai e poi mai dovrebbe entrare nel merito della scelta della vettura aziendale ne soprattutto del numero delle stesse, visto che la regola c’è ed è consolidata. Tra l’altro per le auto aziendali acquistate dal 1 gennaio 2025, se sono diesel e benzina, la tassazione è diventata più alta e questo per favorire la transizione energetica favorendo l’acquisto dei mezzi ibridi ed elettrici.
Ma torniamo al comportamento dell’Agenzia delle Entrate; se il Fisco decide di entrare nel merito della scelta del contribuente, non consentendo ad esempio l’acquisto di un certo numero di auto perché lo considera elevato, oppure con caratteristiche diverse da quelle che l’ispettore di turno avrebbe valutato se fosse stato lui ad acquistarle anziché l’imprenditore – già questo è cervellotico – e, pertanto, l’ispettore nel corso della verifica non accetta almeno in parte alcune detrazioni, è altrettanto pacifico che nel caso in cui, come succede per quelle auto aziendali che sono di collezione e che potrebbero aumentare di valore e quindi essere vendute a un prezzo superiore rispetto all’acquisto, il Fisco non dovrebbe pretendere che venga pagata la plusvalenza. Caro lettore, non voglio tediarti oltre perché di esempi analoghi ce ne sarebbero purtroppo tanti, ma se l’obiettivo come ho già spiegato in precedenza è quello di avere non già un Fisco amico, ma giusto, da oggi metterò ai miei occhi questo obiettivo di politica tributaria come un imperativo. A costo di ripetermi, il contribuente medio italiano non vuole lo sceriffo di Nottingham, anche perché il cittadino è consapevole – e per questo si irrita – che l’imposizione fiscale per sostenere un welfare che a volte spreca le risorse pubbliche è fin troppo elevata. Non potremmo mai tollerare che il nostro Paese possa diventare o continuare ad essere incivile in materia fiscale. Questo assolutamente no. Non si può sopportare, e dunque sostenere, che chi è addetto ai controlli da potente rischi di trasformarsi in prepotente, a tal punto da cercare di manipolare con interpretazioni personali orientamenti fiscali che obbligano il contribuente a sostenere onerosi contenziosi che si concludono spesso dopo moltissimi anni con la piena ragione, perché la parte pubblica per puro preconcetto non vuole aderire allo spirito della legge. Del resto, quando la corda si tira e diventa troppo tesa, potrebbe anche spezzarsi. La conseguenza sarebbe quella di minare definitivamente il rapporto fiduciario con i cittadini che ogni giorno di più si sentono perseguitati e non certo tutelati. L’invito al governo, quindi non è solo quello di agire in termini di materia fiscale, normando al fine di avere una minore tassazione, più equa, ma anche quello di imporre più misure a tutela dei contribuenti per chi è addetto ai controlli fiscali ma pensa di giocare allo sceriffo di Nottingham.
Un Fisco giusto, altrimente invochiamoil nostro Ronin Hood
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