Attualità

Mimmo Lucano, da sindaco dell’accoglienza a pregiudicato

di Eleonora Ciaffoloni -


E alla fine, giustizia è fatta: Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace e attuale europarlamentare di Avs, è ufficialmente un pregiudicato. Certo, non per i temuti 13 anni e 2 mesi inflitti in primo grado dal Tribunale di Locri, ma per un più modesto anno e mezzo, con pena sospesa. La Cassazione ha infatti confermato la condanna per un solo episodio di falso, mettendo fine a un’inchiesta che aveva sollevato scalpore in tutta Italia e oltre. Il volto simbolo dell’accoglienza, colui che trasformò Riace in un modello di integrazione, ora è stato condannato.
Una macchia che resterà sulla sua fedina penale, ma che forse, per i suoi sostenitori, sarà solo un’ulteriore medaglia da appuntare al petto. Il processo “Xenia” si è rivelato un lungo braccio di ferro tra accusa e difesa, tra chi voleva dimostrare un sistema di illeciti e chi invece difendeva un modello alternativo di accoglienza. Alla fine, la Cassazione ha respinto il ricorso del Procuratore generale su diversi capi d’accusa, dichiarando inammissibile la richiesta di rivedere le assoluzioni per le presunte truffe ai danni dello Stato. Di tutti i 57 capi d’imputazione iniziali, ne è rimasto uno: un falso amministrativo relativo a una delibera. Lucano continuerà il suo percorso politico, forte del sostegno di chi lo vede come vittima di una giustizia troppo dura con chi aiuta i deboli e troppo morbida con i veri criminali. E ora? Forse, più che un simbolo dell’accoglienza, Lucano diventerà il simbolo di una giustizia che ha colpito.


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