Tutto come previsto: ieri il consiglio d’amministrazione di Tim si è riunito per approvare, all’unanimità, l’offerta avanzata dal Mef e da Retelit per l’acquisizione di Sparkle. I membri del cda Tim hanno dato l’ok alla cessione della partecipazione totalitaria nell’azienda delle reti. L’offerta era stata depositata nella serata di martedì. Il valore della proposta pari a 700 milioni di euro. Con il via libera decretato dal Consiglio d’amministrazione di Tim, si avvierà la fase che porterà alla firma dei contratti che sanciranno la cessione di Sparkle alla cordata composta dal Mef e dall’azienda Retelit, partecipata del fondo spagnolo di Asterion, che vanta investimenti per un valore di cinque miliardi di euro nei comparti tlc, energia e mobilità. La sottoscrizione dell’accordo, come riporta la stessa Tim in una nota, dovrebbe avvenire l’11 aprile prossimo mentre il closing potrebbe concretizzarsi non prima del “primo trimestre del 2026”. Ci vorrà tanto tempo perché occorrerà esperire le “attività propedeutiche” che consistono nell’ottenimento del nullaosta dell’Antitrust e nel disbrigo delle pratiche collegate alla normativa Golden Power. La vicenda Sparkle, quindi, si avvia verso la scontata conclusione. Ma, proprio perché appariva scontata, occorre non dare per tutto per già fatto. Anche perché, su Tim, incombe lo “spezzatino” della famiglia Bolloré che ha diviso i suoi investimenti e quote patrimoniali in quattro lasciando intendere di voler trovare una via di uscita dalla loro partecipazione nell’azienda italiana.