Mozione di sfiducia contro Nordio per il caso Almasri
Le opposizioni continuano a incalzare il governo sul caso Almasri, chiedendo con insistenza che la premier Giorgia Meloni riferisca in Parlamento. Alla richiesta si è ora aggiunta una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, presentata da tutti i principali gruppi di opposizione: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa e Italia Viva. L’unico partito a sfilarsi è Azione, con Carlo Calenda che ribadisce la sua contrarietà all’uso ripetuto delle mozioni di sfiducia come strumento politico. “Non si può passare da una mozione di sfiducia all’altra. Sono inutili e controproducenti”, sostiene Calenda, aggiungendo che valuterà con il suo gruppo il da farsi al momento del voto. Per le altre forze di opposizione, invece, la mozione è necessaria per mantenere alta l’attenzione su una vicenda che il governo sembra voler silenziare. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto e ottenuto che nel testo fosse inserita anche una condanna alle dichiarazioni di Nordio contro la magistratura, definendole un attacco volto a coprire il “pasticcio” del governo. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra giustifica la mozione come un atto dovuto, accusando Nordio di aver raccontato “bugie e sciocchezze” in Parlamento e di aver ostacolato l’esecuzione di un mandato d’arresto obbligatorio secondo il diritto internazionale e la legge italiana. Nel documento di quattro pagine, le opposizioni evidenziano le incongruenze emerse nelle informative di Nordio e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Viene contestato il cambio di strategia del Guardasigilli, che ha abbandonato l’argomento del “cavillo giuridico” per giustificare la scarcerazione di Almasri, la stessa linea seguita da Meloni. Quest’ultima, invece di presentarsi alle Camere, ha preferito affidarsi a un video in cui attaccava il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, gesto che secondo le opposizioni ha ulteriormente umiliato il Parlamento. Un’altra critica rivolta a Nordio riguarda il suo attacco alla Corte Penale Internazionale. Secondo le opposizioni, il ministro si è arrogato il compito di valutarne la legittimità del mandato d’arresto, compito che non gli spetta. Viene inoltre criticata la decisione del governo di rimandare Almasri in Libia, il paese in cui è accusato di aver commesso crimini contro l’umanità. “Un soggetto estremamente pericoloso non doveva essere rilasciato né rimpatriato, ma trattenuto o consegnato alla Corte Penale Internazionale”, sostengono le opposizioni, che definiscono la scelta dell’esecutivo un affronto al diritto internazionale e un danno alla credibilità dell’Italia, storicamente sostenitrice della Corte. A completare il quadro, c’è la mancata adesione dell’Italia alla dichiarazione congiunta contro le possibili sanzioni statunitensi alla Corte Penale Internazionale. Le opposizioni chiedono un’informativa urgente di Meloni per chiarire la posizione del governo. “La premier è scomparsa dai radar”, denuncia Debora Serracchiani, ribadendo la necessità che si assuma la responsabilità politica di decisioni che stanno esponendo il paese a critiche internazionali.
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