Hot parade
Sale: Il Festival di Sanremo. Evviva, domani inizia il Festival di Sanremo e noialtri già ci siamo abboffati i microfoni. Non bastavano Emis Killa e nemmeno l’anima bella di Rose Villain, la sua e quella degli artisti impegnati, non basta Carlo Conti che tuona su Achille Lauro, Fedez e corna varie: “Questo festival non è Temptations Island”. Se davvero fosse come dice lui, detto tra noi, ma chi se la sentirebbe di fare le ore piccole per stare appresso a loro?
Stabile: Gustavo Petro. Un uomo che protegge gli interessi del suo Paese. Eccome. Il presidente della Colombia Gustavo Petro, già lasagnato dal signor Trump poche settimane fa, torna a far parlare di sé nell’orbe terracqueo. E lo fa nel tentativo di recuperare consenso nel mondo progressista quando afferma, perentorio, che la cocaina “non fa più male del whisky” e che andrebbe “legalizzata”. E magari, chissà, riconoscere a Pablo Escobar l’orgoglio di aver creato una multinazionale.
Scende: I gay tedeschi. Chiudete baracca e burattini, chiudete tutto. Clamoroso in Germania: il 28% dei gay tedeschi è deciso a votare nientepocodimenoché quei cosacci brutti e cattivi di Alternative fur Deutschland. Che, per inciso, sono guidati dalla signora Alice Weidel che, giusto perché lo si sappia, vive con la compagna di origini cingalesi e due figli adottati. In barba, ça va sans dire, a tutte le indicazioni dell’Lgbt-etc-etc militanti.Ma non basta essere, effettivamente, gay o lesbiche per far parte del mondo Lgbt. Tipo Giorgia Meloni che non è davvero donna secondo le raffinate intellettuali di questo sciagurato Paese. “E’ pink washing”, denunciano le organizzazioni della militanza arcobaleno. E frignano.
*di Simone Donati
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