Svimez, eccessiva lentezza nella fase esecutiva del PNRR al Sud
La Svimez lancia l’allarme sui ritardi nell’attuazione del PNRR nel Mezzogiorno, evidenziando difficoltà nella fase esecutiva delle opere pubbliche. A meno di un anno e mezzo dalla scadenza del 2026, le amministrazioni meridionali faticano ad avviare i lavori, pur avendo aperto cantieri per risorse pro capite significative. I Comuni risultano più avanzati, soprattutto per asili e infrastrutture scolastiche, mentre le Regioni sono in maggiore difficoltà, in particolare nel settore della sanità territoriale. Gli investimenti in opere pubbliche, ricorda la Svimez, sono fondamentali per riequilibrare le infrastrutture economiche e sociali del Sud, con il PNRR che destina 65 miliardi di euro a tali interventi. Il Mezzogiorno riceve il 54,2% di queste risorse (26,2 miliardi), una quota superiore di circa sei punti percentuali rispetto al Centro-Nord. I Comuni del Sud gestiscono il 33,2% delle risorse per le opere pubbliche, con un investimento pro capite di 440 euro (contro i 302 del Centro-Nord). Anche le Regioni meridionali, pur con maggiori difficoltà, ricevono più fondi pro capite (197 euro contro 118 del Centro-Nord). Nonostante l’impegno degli enti locali, secondo quanto emerge dal rapporto Svimez, i ritardi nell’esecuzione dei lavori restano significativi. A fine 2024, i Comuni del Sud hanno avviato lavori per 5,6 miliardi, pari al 64% delle risorse PNRR assegnate, mentre al Centro-Nord la quota è dell’82,3% (9,7 miliardi). Per le Regioni, la situazione è più critica: nel Mezzogiorno è stato avviato solo il 50% degli investimenti previsti (1,9 miliardi), contro il 76% delle Regioni del Centro-Nord (3,5 miliardi). Tuttavia, considerando gli investimenti pro capite, il Sud mostra una spesa superiore rispetto al resto del Paese.
I ritardi sono legati a diverse criticità, tra cui la complessità della fase progettuale, le difficoltà nell’accesso ai fondi e le lungaggini burocratiche. Tuttavia, alcuni settori mostrano una performance migliore: per gli asili nido e le infrastrutture scolastiche, il ritardo nell’avvio dei lavori è meno marcato rispetto ad altri ambiti. Ad esempio, la costruzione di nuove scuole registra un tasso di progetti non avviati del 9% nel Sud, contro il 2% del Centro-Nord. Nel complesso, il potenziamento dell’offerta scolastica ha raggiunto un livello di attuazione dell’87% nel Mezzogiorno, avvicinandosi al 94% del resto d’Italia. Le Regioni meridionali, invece, risentono maggiormente della sovrapposizione tra il PNRR e i programmi di coesione europea. Il settore più in difficoltà è quello della sanità territoriale, che avrebbe dovuto beneficiare di criteri perequativi per compensare i divari esistenti. Il monitoraggio di fine 2024 conferma gravi ritardi, mettendo a rischio il rafforzamento dei servizi sanitari locali.
La Svimez ricorda anche come una precedente riprogrammazione del PNRR ha già ridotto i fondi per le infrastrutture pubbliche, privilegiando incentivi alle imprese per accelerare la spesa. Una nuova rimodulazione simile rischierebbe di compromettere ulteriormente gli obiettivi di riequilibrio territoriale, penalizzando investimenti essenziali per il Sud, come sanità e trasporti. Garantire il completamento degli interventi infrastrutturali resta cruciale per evitare di disperdere lo sforzo progettuale e amministrativo compiuto dai Comuni e per assicurare una reale coesione territoriale.
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