Hot parade
Sale: l’ordine esecutivo di Donald Trump. Ha atteso il 6 febbraio, non per caso: Donald Trump ha firmato, nel giorno dedicato agli sport femminili, l’ordine esecutivo per cui “gli sport femminili torneranno a essere solo femminili”. Basta transgender in piscina, pista d’atletica o chissà dove. Finalmente le ragazze non dovranno più temere di essere sempre surclassate da chi, più che dal talento, è stata baciata da un’altra struttura fisica. In fondo, l’equità e la giustizia (la meritocrazia, direbbero altri) è ai blocchi di partenza. Basta woke anche nello sport. Fight!
Stabile: Paragon. Spia tu che spio anch’io. Se una cosa l’abbiamo capita della transizione digitale è che tutti si fanno i casi di chiunque. Anche dei giornalisti, ammesso e non concesso che a fare questo lavoro si abbia ancora qualche misera tutela normativa. Gli israeliani di Paragon, scoperta la magagna, hanno bloccato tutto. Almeno in Italia. E l’hanno fatto sapere al Guardian, giornale progressista della Gran Bretagna mentre qui iniziano a muoversi pure i servizi per cercare di capire che è successo. Chissà come finirà.
Scende: le chat “segrete” di Giorgia Meloni. Gira che ti rigira, la storia è sempre la stessa: il buco della serratura. Nientemeno uscirà un libro che raccoglie i messaggi, le chat segrete di Giorgia Meloni. Gli insulti a Salvini, le blandizie e minacce ai suoi. Conversazioni private. Roba da buco della serratura, appunto. Parole in libertà, tradimenti della fiducia e della minima consuetudine e norma sociale. Roba che diventa pubblica con il crisma dello scoop. Roba da pazzi. E noialtri, invece di incazzarci perché queste cose che succedono non accadevano manco ai tempi della Ddr, andremo magari pure a comprarlo quel librettino mentre gli autori se ne vanteranno pure. Loro, quelli che hanno sempre la Costituzione in bocca e la violano (la segretezza della corrispondenza, do you know?) a piacer loro. Bah.
*di Simone Donati
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