Economia

Bollette e rischio povertà: quanto (già) ci costa la speculazione

di Giovanni Vasso -

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Bollette e problemi. Troppi. Non è un momento facile. Tra dazi, crisi energetiche di ritorno e tensioni, le cose iniziano a farsi complicate. Il Misery Index di Confcommercio riferisce che le famiglie a rischio povertà sono in aumento e proprio mentre cambiano le regole (e soprattutto i costi) per il regime tutelato delle bollette, l’Arera mette a disposizione degli utenti un portale in cui verificare se, ed eventualmente come, cambiare il proprio piano tariffario spuntando, così, prezzi più bassi dribblando i rincari.

L’annuncio è stato dato proprio dall’Arera che ha riferito la pubblicazione, sul suo sito, di “una nuova pagina per semplificare il passaggio dei clienti vulnerabili al Servizio a Tutele Graduali, con all’interno tutte le informazioni e un nuovo motore di ricerca per individuare rapidamente il fornitore di riferimento inserendo il nome del Comune relativo all’utenza”. Per essere considerati clienti vulnerabili occorre aver compiuto 75 anni oppure aver diritto al bonus sociale elettrico (per livello Isee) o al bonus sanitari, insomma per chi ha necessità di una macchina per mantenersi in vita o in salute. La vulnerabilità, inoltre, è riconosciuta anche ai disabili, a chi vive in strutture d’emergenza a seguito di calamità naturali o è residente sulle isole minori che non risultano interconnesse. “Attualmente – spiegano da Arera – i clienti vulnerabili sono 11,8 milioni, di cui 8,5 milioni passati al mercato libero mentre 3,3 milioni serviti in Maggior Tutela”. L’iniziativa di Arera ha riscosso il plauso dei consumatori. Il vicepresidente Unc Marco Vignola si è “complimentato” con l’autorità e ha chiesto che “il governo faccia la sua parte con un’adeguata campagna informativa”. Soddisfatto, ma non del tutto, il Codacons secondo cui l’iniziativa Arera “sana una grave falla nella liberalizzazione del mercato elettrico, dove i clienti vulnerabili erano ad oggi penalizzati sul fronte delle tariffe rispetto a chi rientrava nel servizio a tutele graduali”. C’è, però, un rovescio della medaglia: “Riteniamo illogico limitare tale possibilità solo fino al 30 giugno 2025: è necessario eliminare qualsiasi limite temporale e lasciare ai vulnerabili la possibilità di scegliere in qualsiasi momento se migrare alle tutele graduali, anche ai fini di incrementare la concorrenza tra operatori specie sul mercato libero, che si sta rivelando un totale fallimento con tariffe sensibilmente più elevate rispetto alle tutele graduali”.

L’energia, o meglio il ritorno dello spettro di una nuova crisi, s’è subito fatto sentire sul tessuto socioeconomico italiano. Il Misery Index di Confcommercio, a gennaio, è salito di 10,2 punti. “Il dato riflette principalmente l’accelerazione dell’inflazione per i beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, determinata in larga misura dai prezzi degli alimentari e degli energetici, a cui si è associata, secondo le nostre stime, una stabilizzazione del tasso di disoccupazione”, affermano dall’Ufficio studi dell’ente confederale. Non c’è da preoccuparsi per il dato in sé, affermano da Confcommercio, ma ciò non vuol dire che bisogna far finta di nulla, anzi. Proprio perché solo qualche mese fa, la situazione appariva ben diversa: “La tendenza all’aumento dell’area del disagio sociale misurata dal Mic – che comunque si attesta su livelli prossimi ai minimi di sempre – rilevata a partire dallo scorso mese di settembre, pur non destando particolari preoccupazioni, è un fenomeno da non sottovalutare”. E ancora: “La minore tonicità dell’economia, con dinamiche meno favorevoli del mercato del lavoro, e la tendenza all’accelerazione dei prezzi di quei beni e servizi che le famiglie acquistano con maggior frequenza, potrebbero spingere a mantenere comportamenti prudenti in materia di consumo”. Eccolo, il busillis. La contrazione dell’economia e della produttività che potrebbe pesare, in maniera rilevante, sulle famiglie. A gennaio ha pesato la chiusura dei gasdotti russi decretata dall’Ucraina mentre adesso il fantasma dei dazi fornisce assist importanti alla speculazione internazionale e all’incertezza che rischiano di inchiodare l’Italia a una nuova fiammata del carovita.

A conferma dei timori arriva, a proposito di bollette, la proiezione di Facile.it secondo cui per le piccole attività, i negozi di quartiere, la stangata energetica sarà pari, in media, a 4.500 euro l’anno. Rincari che farebbero lievitare le bollette dai 12mila euro del ’24 ai 16.600 previsti per quest’anno con la luce a fare la parte del leone: dal 10.976 euro del 2024 ai 15.232 euro del 2025; per il gas, invece, il costo salirebbe da 1.112 euro a 1.425 euro.


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