Frode da 100 milioni con 400 società, in parte finiti all’estero
Operazione Ombromanto, dal nome di un cavallo immaginario della Terra di Mezzo tolkeniana, per un’inchiesta delle Fiamme Gialle che ha portato a perquisizioni e sequestri da Crotone a Torino e anche in provincia di Taranto nell’ambito di indagini coordinate della Procura della Repubblica di Reggio Emilia su reati tributari, frode fiscale e indebita compensazione di crediti d’imposta per quasi 104 milioni di euro.
Le attività della Guardia di Finanza hanno riguardato 87 persone fisiche e 400 società, domiciliate in varie province italiane, di cui 23 in provincia di Reggio Emilia. Complessivamente gli indagati sono 179 a Taranto e nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Crotone e Trapani.
I crediti sarebbero stati poi in parte compensati attraverso l’istituto dell’accollo e parte ceduti attraverso la simulazione della cessione di un ramo d’azienda, così veniva completata la frode. Gli ingenti introiti incassati, per circa 70 milioni, venivano in parte acquisiti in contanti – grazie al ruolo di veri e propri “prelevatori” – in parte bonificati su conti di società estere. Un illecito schema fraudolento che coinvolgeva circa 400 aziende, di cui 40 fittizie con il ruolo di “cartiere” per l’emissione delle fatture false e 369 beneficiarie delle indebite compensazioni, cui concorrevano commercialisti de notai, per ora non indagati.
Tra gli indagati, una persona già emersa in una precedente indagine delle Fiamme Gialle sul narcotraffico.
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