Hot parade
Sale: Sergio Zavoli. Sergio Zavoli è vivo e fa i podcast insieme a noi. Dalla Notte della Repubblica ai pomeriggi dell’intelligenza artificiale passando per il Mattino dei Maghi, o, quantomeno, dei Medium (spiritici, non mass). La Rai ha ricreato con l’ausilio dell’Ai la voce dell’iconico giornalista che leggerà, in cinque puntate disponibili su RaiPlay, i suoi “taccuini” insieme alla vedova Alessandra. Un esperimento che potrebbe aprire il campo a chissà quali altre mirabolanti iniziative. Un po’ inquietanti, però, n’est-ce pas?
Stabile: Carlo Ancelotti. Non farlo, Carlo. E no, non prendetevela a male, amici romanisti. Ragioniamo. Ancelotti non può lasciare il Real Madrid di Vinicius, dove ci si infuria per un Pallone d’Oro meritato e non riconosciuto, per andarsene alla Roma che si esalta per Soulé, a proposito: chi l’ha visto?, senza ricordarsi di come andò a finire a Napoli. I Friedkin, se possibile, non appaiono più generosi dello sparagnino De Laurentiis. Né sono de core, alla prima occasione son pronti a lasciarti in braghe di tela. Citofonare De Rossi.
Scende: Karla Sofia Gascon. Per la serie Citare Orwell. E quelli che sono più uguali degli altri. O, L’attrice trans Karla Sofia Gascon, in predicato di ottenere l’Oscar per fare uno sgarbo a quell’omofobo di Trump, è diventata una reietta perché su Twitter faceva commenti non proprio politicamente corretti. Lei tuona: “Io, vittima della cancel culture”. Due volte, se possibile. Prima, per brandirla come una clava sul grugno degli americani puritani e bacchettoni gasati da Trump. Poi, abbandonarla come una scarpa, vecchia come i tweet che sono andati a spulciare nel solito delirio woke, dossieristico dell’ortodossia polcorr. Buongiorno.
*di Simone Donati
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