Ritorno del nucleare, Smr a regime negli anni ’30
Il ritorno del nucleare in Italia si può fare. Il responso delle aziende e degli esperti, sfilati in audizione alla Commissione Ambiente della Camera, sembra unanime: se tutto va bene, il nucleare sarà a pieno regime non prima degli anni ’30. Secondo Gian Luca Artizzu, ad di Sogin, c’è la possibilità di recuperare i vecchi siti: “Alcuni di questi sono progettati anche per il loro raddoppio, come Caorso o Latina, e gli altri potrebbero comunque essere utilizzati, essendoci la volontà politica”. Ma non basta: “Tecnicamente ed ingegneristicamente possono essere utilizzati per un raddoppio con reattori Smr, non è vero che occorre fare prima il decommissioning”. Nicola Rossi, responsabile Innovazione di Enel, ha affermato che “con gli Small modular reactor si potranno superare molte criticità di cui ha sofferto il nucleare in questi anni: si stanno sviluppando e saranno disponibili all’inizio degli anni ’30”. Quindi ha ribadito che in Italia “la produzione è corta, importiamo energia dall’estero ed è previsto un aumento dei consumi nei prossimi anni mentre la produzione interna diminuirà per il phase-out degli impianti termici che non potrà essere compensato dalle rinnovabili di per sè volatili”. Lorenzo Mottura, executive vice president della divisione Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison, ha riferito che l’azienda si è impegnata a “realizzare due impianti Smr entro il 2040: questi reattori saranno disponibili commercialmente all’inizio degli anni 30, sono programmabili e modulabili quindi sono il compagno perfetto per le rinnovabili perché consentono di ridurre i costi di stoccaggio e delle reti di distribuzione riducendo i costi del sistema rispetto ad uno scenario 100% rinnovabile”. Insomma, il ritorno al nucleare si può fare a patto di continuare la marcia e non fermarsi più indietro. Altrimenti i tempi, già lunghi, rischiano di diventare biblici.
Intanto i partner Ue continuano a lavorare, sodo, sull’opzione nucleare. L’ultima notizia in merito arriva dal Belgio dove il governo ha deciso di puntare forte sull’atomo e di impegnarsi a prolungare di altri quattro gigawatts di capacità nucleare esistente e a costruire nuovi reattori.
Torna alle notizie in home