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Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis di fronte a un bivio inatteso

di Gianluca Pascutti -


A meno di otto mesi dalla presentazione ufficiale a Palazzo Reale, il binomio Antonio Conte-Aurelio De Laurentiis si trova di fronte a un inatteso bivio. Il primato in classifica del Napoli, anziché rappresentare un consolidamento del progetto tecnico, ha messo a nudo grosse fragilità gestionali e strategiche che si sono riflesse in un mercato invernale vissuto tra incertezze e occasioni mancate.

L’obiettivo iniziale della stagione era chiaro: ricostruire e consolidare una squadra capace di tornare stabilmente in Champions League, lasciandosi alle spalle l’onta di un decimo posto tanto clamoroso quanto dannoso per le casse del club. I piani societari prevedevano un equilibrio tra competitività sportiva e sostenibilità economica, con particolare attenzione alla valorizzazione e, se necessario, alla cessione mirata di alcuni pezzi pregiati della rosa attuale.

Nonostante il brillante cammino in campionato, la gestione del mercato di gennaio ha sollevato più di un interrogativo. Il Napoli, in piena corsa per lo scudetto, ha perso uno dei suoi principali riferimenti offensivi, Kvaratskhelia senza riuscire a trovare un sostituto all’altezza, una mossa che da fuori è parsa un esercizio di autolesionismo calcistico.

A mercato invernale ancora in corso (si è chiuso ieri a mezzanotte) erano uscite alcune indiscrezioni che a riguardo a possibili tensioni tra Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis. Sebbene il presidente abbia pubblicamente difeso il tecnico in seguito alle polemiche arbitrali delle ultime giornate, il futuro dell’allenatore sulla panchina azzurra non appare del tutto scontato. Alcune fonti riferiscono che Conte avrebbe richiesto una clausola nel suo contratto che gli permetterebbe di lasciare il club al termine di ogni stagione, un dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale nei prossimi mesi.

Parallelamente, De Laurentiis avrebbe garantito all’allenatore un budget di circa 230 milioni di euro per il mercato estivo, un impegno finanziario importante che lascia intendere una volontà di costruire un progetto a lungo termine. Tuttavia, la storia recente del Napoli insegna che il rapporto tra il presidente e i suoi allenatori raramente è stato privo di frizioni. Da Sarri ad Ancelotti, fino a Spalletti, le divergenze di vedute hanno spesso portato a separazioni improvvise e impreviste.

Per il momento, la situazione rimane stabile e non si registrano segnali concreti di una rottura imminente. Ma se il passato insegna qualcosa, nel calcio e nel Napoli in particolare nulla può essere dato per scontato. La stagione è ancora lunga e potrebbero emergere nuovi scenari capaci di ridefinire il futuro della squadra e della sua guida tecnica.


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