Cronaca

L’albergo a Bressanone banna il leader Afd: polemica in Germania

di Cristiana Flaminio -


Un albergo di Bressanone ha deciso di non ospitare gli esponenti di Afd, il partito di destra tedesco che veleggia nei sondaggi in vista delle elezioni che si terranno tra pochi giorni in Germania. Il caso, dal Sud Tirol, è subito diventato un fatto virale nell’intera Europa. E divide, una volta di più, l’opinione pubblica. Tra chi ritiene che il “ban” sia un atto dovuto in ossequio a valori liberali e costituzionali e chi, invece, la pensa esattamente all’opposto e denuncia un atto di discriminazione.

I fatti, innanzitutto. Che, come riporta Ansa, risalgono a ottobre scorso, Protagonista della vicenda è Alexander Gauland. Si tratta di uno dei leader Afd che aveva scelto di “fermarsi” all’Hotel Elephant di Bressanone per le vacanze come faceva di solito, ormai da qualche anno. Ricevendone, dopo il soggiorno, non il consueto invito a tornare ma la cortese e ferma obiezione: non fatevi più vedere. Gauland, omettendo ogni riferimento, aveva svelato l’accaduto in diretta tv, durante un dibattito politico. Si è venuto, così, a creare un caso politico. La struttura è gestita dalla famiglia Heiss. La titolare, Elisabeth, ha riferito che il suo albergo è “una struttura liberale” e che “Gauland non è più compatibile con noi”. Quindi l’ha invitato a guardarsi attorno: “Ci sono molti alberghi belli in Alto Adige: noi non l’abbiamo cacciato, ho cercato il dialogo e gli ho suggerito di non venire più, per motivi personali ma anche di fondo”. Insomma, se le tue idee politiche non piacciono al titolare, il cui fratello Hans, peraltro, è uno degli storici esponenti del partito Verde sul territorio altoatesino, può pregarti di non farti più vedere nel suo esercizio pubblico. Il caso dell’albergo di Bressanone che nega l’ingresso al leader Afd ha scosso la politica in Germania dove il partito di destra macina consensi e si prepara a giocare un ruolo importante nelle prossime elezioni. Ma riapre il dibattito che sembra tornare ai tempi degli anni ’70 quando, sugli autogrill italiani, ci si rifiutava di servire l’allora capo del Movimento Sociale italiano Giorgio Almirante. Tempi andati, di contrapposizioni furiose, di cui non si sente granché la nostalgia.


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