Rubio fa infuriare la Corea del Nord. Pyongyang: “Assurdo e illogico che lo Stato più depravato del mondo ne etichetti un altro come Stato canaglia”
Il Ministero degli Esteti della Corea del Nord ha risposto al Segretario di Stato americano, Marco Rubio, che recentemente, nel corso di un’intervista, aveva definito la Corea del Nord uno “Stato canaglia”.
Per Pyongyang le “dichiarazioni ostili” del falco Rubio “infangano sconsideratamente l’immagine di uno Stato sovrano” e sono “una grave provocazione politica totalmente contraria al principio del diritto internazionale che considera il rispetto della sovranità e la non ingerenza negli affari interni degli altri come il suo nucleo centrale e li denuncia e respinge con forza”. La distensione auspicata da Donald Trump è già fortemente a rischio.
Il ministero ha riconosciuto che “l’inclinazione politica e l’antica ripugnanza degli Stati Uniti” del capo della diplomazia americana nei confronti della Corea del Nord “non è una novità, e sarebbe più sorprendente se avesse detto una buona parola” sul Paese, ma ha ritenuto “necessario ricordare quanto sia assurdo e illogico che lo Stato più depravato del mondo ne etichetti un altro come Stato canaglia”.
“Le parole e le azioni ostili del capo della politica estera statunitense sono servite a confermare ancora una volta la politica ostile degli Stati Uniti nei confronti della Repubblica Popolare Democratica di Corea, che rimane invariata”, si legge in una nota riportata dall’agenzia di stampa Kcna.
Poi un avvertimento: “Le dichiarazioni scortesi e assurde” di Marco Rubio “non fanno altro che mostrare direttamente l’opinione errata della nuova amministrazione statunitense sulla Rpdc e non contribuiranno mai a promuovere gli interessi degli Stati Uniti come desiderano. Non tollereremo mai alcuna provocazione da parte degli Stati Uniti, che sono sempre stati ostili alla Rpdc e lo saranno anche in futuro, ma adotteremo le misure corrispondenti con la consueta durezza”.
Porte aperte ai turisti. Koryo Tours, tour operator britannico con sede a Pechino ma specializzato nel turismo verso la Corea del Nord, ha annunciato l’apertura delle prenotazioni per un viaggio nella città di confine di Rason, per celebrare il compleanno dell’ex leader Kim Jong Il. Sarà “il primo viaggio in Corea del Nord dalla chiusura delle frontiere nel gennaio 2020”.
Prevista la visita della zona economica speciale di Rason, insieme a festeggiamenti per il compleanno di Kim Jong Il, che cade il 16 febbraio, solitamente celebrato con parate militari e altre cerimonie pubbliche.
Le escursioni includono anche tappe presso fabbriche, scuole e una banca, dove i turisti potranno aprire un conto bancario nordcoreano. I tour partiranno dalla Cina, con i partecipanti che saranno accompagnati fino al confine con la Corea del Nord. Si attende il via libera definitivo delle autorità cinesi per la parte di loro competenza.
Prima della pandemia, il turismo in Corea del Nord era contingentato, con circa 5.000 turisti occidentali che la che visitavano ogni anno. I viaggi sono vietati per i cittadini statunitensi dopo l’imprigionamento e la morte del giovane Otto Warmbier nel 2017.
Il leader nordcoreano Kim Jong Un, nel frattempo, va avanti sul nucleare, convinto che il quadro globale della sicurezza renda “indispensabile rafforzare lo scudo nucleare”.
Kim è stato in un “sito per la produzione di materiali nucleari e al Nuclear Weapons Institute”. Fonti ufficiali non hanno chiarito a quando risalgano le visite né dove si trovino le strutture. La Kcna ha sottolineato gli apprezzamenti di Kim per i “successi” e come abbia parlato del 2025 come di “un anno cruciale” per “rafforzare le forze nucleari”. Per il leader nordcoreano è “inevitabile un confronto sul lungo periodo con i Paesi ostili più brutali”.
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