Vi spiego perché la sostenibilità è una vera figata e un gran business
La sostenibilità è una figata, eppure spesso è vista come un sacrificio necessario, un costo aggiuntivo per limitare i danni ambientali e sociali. Ma questa narrazione è errata. La sostenibilità non è un ostacolo, bensì un motore di efficienza, innovazione e resilienza economica.
Investire nella sostenibilità significa ridurre sprechi, ottimizzare risorse e abbassare i costi energetici. L’economia circolare, per esempio, non solo limita l’impatto ambientale, ma rende le aziende meno dipendenti da materie prime costose e scarse. E da quei paesi stranieri che le producono.
L’uso di energie rinnovabili riduce i rischi finanziari, perché i prezzi sono più stabili e soprattutto si possono produrre in Italia, invece di arricchire chi ci fornisce il petrolio o il gas (che in genere è un magnate straniero). Inoltre, le imprese che integrano la sostenibilità nei loro processi risultano più stabili e competitive, perché attraggono i talenti migliori, soprattutto tra i più giovani.
Pensiamo davvero di battere americani e cinesi sul terreno della produzione di massa inquinante e distruttiva? Possiamo competere solo su innovazione e qualità, che fanno rima con sostenibilità. Il boom delle tecnologie pulite, nonostante i tanti tentativi di farle fallire (orchestrati dai grandi inquinatori) dimostrano che il futuro è in questa direzione. Oggi lo ha capito anche l’anziana signora sotto casa mia, che infatti ha installato i pannelli solari per liberarsi dalle bollette!
Le aziende che adottano strategie sostenibili non solo migliorano la reputazione, ma attraggono anche nuovi capitali. Le startup più innovative stanno già costruendo modelli di business basati su energie rinnovabili, materiali sostenibili e agricoltura rigenerativa.
La sostenibilità è anche una risposta alle crisi geopolitiche ed ai disastri. Infatti, con la transizione verso energie verdi ci liberiamo dai ricatti dei petrol-dittatori russi, africani, asiatici e sudamericani. Ed evitiamo di causare guerre, che poi ci mandano migranti e rifugiati. E infine limitiamo i cambiamenti climatici, che stanno causando allagamenti e distruzioni in tutta Italia da vari anni.
La sostenibilità, oltre a essere un vantaggio competitivo, è una strategia di resilienza. Infatti, un’economia meno dipendente dalle risorse fossili e più orientata all’uso efficiente delle materie prime riduce l’esposizione a shock economici esterni ed alla globalizzazione. Investire nella sostenibilità significa costruire un sistema economico più indipendente, autonomo e patriottico, che metta al centro l’interesse nazionale.
Per cogliere questa opportunità serve un cambio di paradigma. Politici, imprenditori e cittadini devono abbandonare la logica della sostenibilità come obbligo e vederla come leva strategica per il futuro.
E le istituzioni devono incentivare le imprese sostenibili con strumenti finanziari adeguati. Ma il cambiamento più importante è culturale: scuole, università e aziende devono formare una nuova generazione di leader capaci di coniugare sviluppo economico e rispetto per l’ambiente.
Per questo ho lanciato una nuova accademia di formazione denominata NATIVA Campus, che formerà i nuovi imprenditori e professionisti dell’economia sostenibile. I veri business leader del nuovo secolo.
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