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Droga e cellulari in carcere a Messina anche con i droni: indagati 34 detenuti e agenti

di Giorgio Brescia -


Telefonini e droga nel carcere Gazzi di Messina, c’è una stretta della magistratura accelerata dalla scoperta di un drone precipitato due giorni fa sullo stabilimento del quotidiano La Gazzetta del Sud, che trasportava proprio stupefacenti e cellulari verso la struttura di detenzione, in particolare due cellulari analogici anti-intercettazione, un panetto di hashish di circa 100 grammi e circa 20 grammi di cocaina. Un argomento non nuovo – droga e cellulari – in quel carcere: nel marzo del 2024 e nel luglio del 2023 perquisizioni alle celle avevano portato a scoprire telefoni e hashish.

Questa mattina, i militari del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Messina e militari del Nucleo Investigativo della polizia penitenziaria, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Messina hanno eseguito numerose perquisizioni all’interno del carcere di Messina e nelle abitazioni a disposizioni degli indagati, 21 detenuti e 9 agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere messinese. Un decreto di perquisizione che ha riguardato anche altre quattro persone, già indagate a piede libero o agli arresti domiciliari nell’ambito di altri procedimenti.

La Dda di Messina vuole vedere chiaro su quella che appare una vera e propria associazione che si occupava di procurare e far arrivare in carcere telefoni cellulari e sostanze stupefacenti favorita dalla disponibilità di alcuni agenti della polizia penitenziaria. Perché è emersa una fitta rete di comunicazioni telefoniche tra i detenuti e l’ambiente esterno, nonché una consistente attività di consumo e cessione di droga tra i detenuti, sostiene la Procura. Che precisa pure che “il procedimento è, allo stato, nella fase delle indagini preliminari, nella quale i soggetti indagati sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile”. Intanto, i fatti accertati sono già lì a dimostrare che nel carcere Gazzi i detenuti potevano disporre “consistentemente” di droga e della possibilità di intrattenere comunicazioni telefoniche con l’esterno.


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