Cronaca

Faida tra trapper: Simba La Rue condannato a 3 anni e 9 mesi di reclusione per rapina e lesioni

di Gianluca Pascutti -


Faida tra i trapper Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, e Baby Touché. Il conflitto, nato apparentemente come una rivalità musicale, si è rapidamente trasformato in una spirale di violenza che ha sollevato interrogativi sul ruolo dei social media nella spettacolarizzazione di episodi criminali e sulla capacità delle istituzioni di gestire tali fenomeni.

L’escalation è iniziata nel marzo 2022, con un’aggressione compiuta da Simba La Rue contro un affiliato al gruppo di Baby Touché nelle strade di Milano. A distanza di pochi mesi, nel giugno dello stesso anno, la situazione ha raggiunto il culmine con il sequestro e il pestaggio di Baby Touché. L’episodio è stato filmato e condiviso online, trasformandosi in un macabro spettacolo virale. La risposta non si è fatta attendere: Simba La Rue, poche settimane dopo, è stato accoltellato in un agguato in provincia di Bergamo, evento che ha ulteriormente intensificato le tensioni tra le due fazioni.

Questi episodi hanno condotto a una serie di procedimenti giudiziari. La Corte di Cassazione ha recentemente confermato la condanna di Simba La Rue a 3 anni e 9 mesi di reclusione per rapina e lesioni. Tuttavia, nonostante la gravita delle accuse, il trapper non è stato incarcerato a causa di problemi di salute che richiedono cure mediche continue anche se quando appare sui canali social pare tutto tranne cha malato.

La vicenda è emblematica di una nuova forma di violenza urbana, in cui i confini tra realtà e spettacolo si confondono. I social media non sono stati solo il mezzo attraverso cui i protagonisti hanno cercato di legittimarsi agli occhi dei follower, ma anche il palcoscenico su cui hanno messo in scena una narrativa di rivalità alimentata dalla violenza. Questo fenomeno ha sollevato preoccupazioni sul ruolo delle piattaforme digitali nel promuovere una cultura dell’aggressione e sull’impatto che ciò potrebbe avere sui giovani spettatori che sempre più spesso tendono ad emulare le gesta sconsiderate dei loro idoli musicali.

Dal punto di vista giudiziario, il caso mette in luce una sfida significativa per le autorità: come affrontare situazioni in cui la dimensione mediatica amplifica il danno sociale e complica l’applicazione della legge. La condanna di Simba La Rue rappresenta un passo importante, ma la decisione di non incarcerarlo per motivi di salute potrebbe essere interpretata da alcuni come un segnale di debolezza del sistema giudiziario.


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