Esteri

Si allargano le crepe nel fronte pro Kiev

di Ernesto Ferrante -


“Vladimir Putin continua a impegnarsi per costringere Donald Trump a negoziazioni bilaterali che escludano l’Ucraina e per imporre il suo quadro negoziale al presidente degli Stati Uniti”. A scriverlo è il think tank americano Institute for the Study of War (Isw) nel suo ultimo aggiornamento sull’operazione militare speciale russa in Ucraina.

“Gli sforzi di Putin vogliono inoltre costringere l’Occidente, si legge ancora nel report dell’Isw, a riconoscere l’illegittimità dell’attuale governo ucraino e uno stato ucraino duraturo”.

Gli analisti statunitensi hanno osservato in precedenza che “l’accettazione occidentale riguardo tutte le richieste della Russia in Ucraina richiederebbe all’Occidente di riconoscere e accettare che l’attuale governo ucraino è illegittimo e che un’identità e uno stato ucraino indipendente dalla Russia non esistono attualmente e/o non meritano di esistere in futuro”.

“La teoria della vittoria di Putin si basa sul presupposto che l’Occidente abbandonerà l’Ucraina, conclude l’Istituto, e solo un incrollabile sostegno occidentale e una fornitura costante di assistenza militare a Kiev possono costringere Putin ad abbandonare la sua teoria e accettare la necessità di offrire le concessioni necessarie per qualsiasi risoluzione del conflitto accettabile per gli Stati Uniti, l’Europa e l’Ucraina”.

A breve potrebbe venir meno anche l’atteggiamento oltranzista di alcuni Paesi europei rispetto all’acquisto di gas russo. Il Financial Times ha reso noto, infatti, che sono in corso “in via preliminare” discussioni a Bruxelles sulla possibilità di includere la ripresa della vendita di gas russo nei negoziati per la fine della guerra.

I sostenitori dell’opzione per il riavvio del flusso (Germania, Ungheria e Slovacchia in primis), ritengono che riaprire i gasdotti, che Volodymir Zelensky ha chiuso a fine anno, porterebbe a un calo dei costi dell’energia in Europa, incoraggerebbe la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati e offrirebbe a entrambe le parti ragioni per attuare e rispettare un eventuale cessate il fuoco. “Ci sono pressioni da parte di alcuni grandi Paesi membri sui prezzi dell’energia, e questo è un modo per abbassarli”, ha rivelato una fonte.


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