Meloni salirà nei sondaggi: ma il racconto della verità?
Forse l’iniziativa del giudice Lo Voi non riuscirà a salvare Daniela Santanché come avevamo ipotizzato, perché pare che davvero anche dentro Fratelli d’Italia non ci sia più tanta serenità d’animo rispetto alla pitonessa, e le dichiarazioni pizzinate di La Russa non l’aiutano. Di certo invece la comunicazione giunta a Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano sta aiutando -e tanto- Giorgia Meloni e il suo governo. Nella distopica politica italiana, infatti, azzeccare un racconto (e come già detto il video di Meloni è semplicemente perfetto per efficacia e capacità di influenzare favorevolmente chiunque lo guardi) può spostare l’opinione di centinaia di migliaia di cittadini elettori, in un fiat. Scommetterei un euro contro dieci che i sondaggi sorrideranno a FdI e alla premier, questa settimana. E se anche dovessi perdere, il sentiment diffuso è chiaro: la Presidente del Consiglio è la vittima, i giudici sono cattivi e vogliono influenzare la politica italiana, come hanno già fatto in passato. Non si vuole qui tornare a raccontare i fatti o a elogiare la gestione mediatica di una possibile crisi che si tramuta in opportunità e poi in un goal. Qui si constata che decine di giornali e talk-show titolano su questa ingiusta persecuzione, che è ormai, nei fatti, qualcosa che è diventato verità. Chi del racconto “l’eterna guerra fra magistrati e politica” ha fatto la propria cifra stilistica a adesso a disposizione materiale nuovo e croccante, e tirerà avanti per chissà quanto. Meloni dice “Se i giudici vogliono governare si candidino”, e infiamma i suoi. In effetti giudici che si candidano ce ne sono eccome. Alcuni oggi governano (Nordio e Mantovano), altri hanno governato in passato (da Violante a Finocchiaro),altri ancora fanno opposizione (Scarpinato e Cafiero de Raho), dunque questa tentazione in alcuni giudici c’è, e viene raccolta da tutti i partiti, compresa FdI. Forse un lavoro davvero utile, per leggere la realtà italiana, sarebbe analizzare dettagliatamente lo scollamento sempre più ampio fra quel che accade e quel che invece emerge nel racconto: da Di Maio bibitaro per sempre pur non avendo mai venduto bibite a Draghi grillino doc, fino appunto ai giudici che se indagano su un politico “stanno facendo politica”. Questa affermazione implica -se Aristotele non era un cazzaro qualunque- che nessun politico può mai essere indagato, pena la squalifica mediatica di chi lo indaga a “giudice che vuol fare politica”. Attenzione: la sinistra non è stata meno goffa della destra nel commentare indagini che la riguardavano (mafia capitale, famiglia Renzi, etc), dunque non parliamo di una visione di parte, ma di una visione distorta ampiamente condivisa. Del resto cosa vogliamo aspettarci da un paese con milioni di avvocati dove per decenni “l’avvocato” per antonomasia era un imprenditore che non aveva mai fatto l’avvocato in vita sua?
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