Economia

L’Europa ripensa al gas russo mentre esplode il caso fertilizzanti

di Giovanni Vasso -


L’Europa potrebbe tornare al gas russo mentre gli agricoltori alzano la voce e si oppongono all’ultimo pacchetto di sanzioni che aggrava il costo dei fertilizzanti provenienti da Russia e Bielorussia. Il Financial Times ha riferito che avrebbe sempre più sostenitori la proposta ungherese di riallacciare i rapporti con Mosca, magari una volta che sia finito il conflitto con l’Ucraina, e ottenere nuove forniture di materie prime energetiche dopo lo stop al gasdotto decretato da Kiev. In particolare si tratterebbe di funzionari tedeschi e slovacchi oltre che di altre nazioni, non meglio specificate nell’articolo del Ft, che prenderebbero in considerazione l’idea di riportare tutto, se non allo status quo, quantomeno a questo molto vicino. La questione, per i fautori della riapertura dei gasdotti è semplice: se torna il gas russo, il prezzo dell’energia scende per tutti in Europa e la speculazione che oggi è all’opera esploderebbe presto in una bolla di sapone. Sull’ipotesi, nella giornata di ieri, è giunto il commento – in realtà un dribbling – di Paula Pinho, portavoce della Commissione, che ha spiegato: “Non confermiamo alcun legame tra il transito del gas attraverso l’Ucraina e i colloqui di pace”. Ma è chiaro che la questione energia rischia di esplodere, in tutta la sua potenza, e di travolgere ogni assetto politico dato. Ma accanto al tema energia adesso deflagra anche la polemica legata ai nuovi pacchetti di sanzioni alla Russia. Coldiretti, difatti, ha deplorato l’idea di estendere misure ai fertilizzanti prodotti nel territorio della Federazione e della Bielorussia. Il cui costo, con i nuovi dazi, lieviterebbe fino a 430 euro alla tonnellata. “Non possiamo accettare un aumento dei costi che vada a penalizzare le nostre imprese rispetto a fattori di produzioni di cui l’Europa c’ha reso dipendenti da paesi terzi”, tuona Coldiretti, mentre il presidente Ettore Prandini afferma che “la fine della guerra è certamente la priorità assoluta” ma che “dobbiamo tuttavia avere ben chiaro che nelle trattative di una possibile pace si discuta anche la venuta meno delle sanzioni alla Russia, che per noi hanno chiuso un mercato di grande interesse”. Il punto è, ancora una volta, nelle mancanze del sistema produttivo Ue che a oggi “non è in grado di coprire la domanda interna” di fertilizzanti e che l’imposizione di ulteriori misure rischierà di provocare “un’impennata dei costi di produzione con riduzione della competitività dei nostri produttori, la messa in pericolo della sovranità alimentare dell’UE e un aumento dei prezzi per i consumatori”.


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