Attualità

La nave Cassiopea con 49 migranti è giunta in Albania

di Redazione -


Il pattugliatore Cassiopea della Marina Militare italiana è giunto questa mattina poco dopo le 7:30 al porto di Shengjin, in Albania, trasportando 49 migranti salvati nel weekend in acque internazionali a sud di Lampedusa. A bordo della nave Cassiopea sono stati trasportati prevalentemente cittadini bengalesi, oltre a egiziani, ivoriani e gambiani. I migranti saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera, previste per chi proviene da Paesi considerati sicuri e non ha fornito documenti di identità. La prima tappa è all’interno del porto di Shengjin, dove è stato allestito un hotspot gestito dalle autorità italiane per effettuare lo screening sanitario. In caso di condizioni di vulnerabilità riscontrate durante i controlli, è previsto il trasferimento in Italia, come già avvenuto in alcuni casi nei precedenti sbarchi gestiti in Albania, a ottobre e novembre.

Dopo aver ricevuto cibo e vestiti, inizieranno le operazioni di identificazione, che in passato si sono rivelate lunghe e complesse. I migranti saranno successivamente trasferiti al campo di Gjader, situato nell’entroterra albanese, a pochi chilometri dal porto. Qui trascorreranno la notte e le settimane successive, in attesa dell’esito delle loro richieste di asilo. Chi vedrà respinta la propria domanda sarà destinato al Centro per il rimpatrio (Cpr) all’interno del campo stesso, che include una piccola struttura detentiva per eventuali reati commessi. Operativi da ottobre, i centri erano stati inizialmente al centro di dispute legali a seguito di decisioni contrarie dei giudici italiani basate sulle normative europee relative al concetto di “Paese sicuro”. Per affrontare la questione, il governo italiano ha aggiornato l’elenco dei Paesi considerati sicuri, una misura che dovrebbe facilitare l’attuazione dell’accordo che, tuttavia, rimane al momento sotto esame della Corte di giustizia europea su richiesta della magistratura italiana. L’arrivo dei migranti a Shengjin rappresenta, comunque, un ulteriore passo nell’attuazione dell’accordo, nonostante le controversie legali in corso.


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