Bistrot Bertarelli 1894: cucina ad altissimo tasso di milanesità
Al Bistrot Bertarelli si mangia pane e storia. A cominciare dalla coccola di benvenuti che consiste in una pagnotta d’autore pucciabile in olio buono e sale. Potrei fermarmi qui e passare subito ai voti (un dieci) ma vale la pena rimanere e godersi tanto la location che una storia di piatti tradizionali presentati in veste contemporanea, golosa e colta. E chi pensa che la storia sia noiosa è perché qui non c’è stato.
Dal pane e olio passo a un classico d’apertura alla milanese. I mondeghili, che qui sono accompagnati da una salsa di zafferano, equilibrata, profumata, che ne tira su il sapore casalingo e li impiatta con un cromatismo che risalta sulle pareti, i piani e le tappezzerie scure, moderne, illuminate da una tiepida luce che viene da fuori a mezzogiorno.
Il Bistrot Bertarelli 1894 non è un semplice ristorante, è un’ode golosa alla tradizione milanese con un pizzico di ironia e sfacciataggine. Si trova nel cuore di Milano e nasce per omaggiare Luigi Vittorio Bertarelli, pioniere del Touring Club Italiano, e il suo spirito avventuriero.
Sgombero subito il campo dalle operazioni nostalgia. qui non si respira aria di museo o vecchie glorie perché, al contrario, tutto è pensato per esaltare il giorno d’oggi e rilassare anche l’occhio tra un boccone e l’altro. Tradizione e innovazione si stringono la mano, e nel piatto ci trovate solo gioia.
Partiendo sempre dagli antipasti, perché ogni storia d’amore culinaria merita un buon inizio. Il vitello cotto a bassa temperatura con salsa tonnata e fiori di capperi fa dimenticare le insalatine tristi che spopolano nelle diete. La carne è così tenera che sembra chiedervi di essere mangiata, e quella salsa tonnata è una carezza cremosa. Per i sapori decisi, c’è da buttarsi sulla Battuta di manzo con tuorlo marinato: un classico, ma qui è servito con un twist che lo rende irresistibile.
Il vero cuore pulsante del Bistrot, però, è nei primi piatti. Il Risotto alla milanese, signori e signore, è pura poesia in giallo. Lo zafferano tinge il riso di lusso, mentre il midollo lo avvolge in una consistenza vellutata. Non serve essere coraggiosi, per accoppiarlo all’ossobuco, e ritrovarsi in paradiso. .
Ai secondi si arriva con il palato già felice, ma qui si fa sul serio. La Cotoletta alla milanese, alta, dorata e croccante, è un’istituzione. È il piatto che vi farà alzare il calice e brindare alla vita. Per gli amanti del mare, il menù à la carte offre sempre combinazioni interessanti, capitolo che aprirò alla seconda visita. Perché poi sono arrivato al dolce, (visto che una cena senza dessert è come un film senza il finale). Il Tiramisù della casa rispetta la tradizione, ma con quel tocco in più che lo rende indimenticabile. E la mia gola ha lasciato spazional Semifreddo al cioccolato fondente per il colpo di grazia: cremoso, avvolgente, e capace di chiudere in bellezza il mio viaggio culinario.
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