M come mostro, la corsa al nemico
M come Mussolini, okay, ma pure come Mostro, come nemico. E quindi, M come Musk. Mentre la serie tv tratta dall’opera di Antonio Scurati raccoglie successo su Sky (un milione di spettatori medi, due milioni di contatti dopo il primo episodio) favorita dalle ricorrenti polemiche politiche indirizzate a ravvivare il dibattito sulla permanenza del neofascismo nelle attuali strategie del partito di maggioranza, la miccia è stata accesa dalle opposizioni al governo Meloni, ogni volta, su un nuovo nemico, scegliendolo nella lista di rapporti e relazioni che la premier sta intrattenendo fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi nell’ottobre del 2022.
Un modo singolare di dare battaglia politica, abbandonando quasi totalmente il campo delle argomentazioni che – non siamo i primi a scriverlo – sicuramente interesserebbero di più agli italiani, partendo dai bisogni e dalle esigenze della vita quotidiana: per esempio il lavoro, la salute, i prezzi. Su questi temi – lo confermano i noiosissimi siparietti dei tg condizionati da una rigorosa par condicio – le opposizioni preferiscono andare a rimorchio del governo, puntualizzando la propria posizione quasi esibendo un “certificato di esistenza in vita” da ricordare ai propri elettori.
Molto facile, invece, la rincorsa alla polemica mostrificando gli “amici” di turno della premier. Donald Trump, per esempio. La manovra del tycoon ritornato alla Casa Bianca non metterà di certo pesantemente le mani nelle nostre tasche ma per le opposizioni sembra addirittura più deprecabile dei quasi sconosciuti big ceo qui da noi in qualche modo corresponsabili di vere e proprie stragi sul lavoro ogni volta frettolosamente archiviate. O del “sempre” giovane John Elkann che in Italia tira la cinghia di Stellantis e poi va a regalare un milione di dollari proprio a Trump puntando a investimenti in Illinois che frutteranno 1.500 nuovi posti di lavoro. Per non dire di Elon Musk sul quale si è montato per giorni un caso per un saluto considerato “romano”. In questo modo si vorrebbe riguadagnare consenso. Questa corsa al “nemico” da mostrificare non nasconderà un problema di credibilità? Edward Bernays, uno dei primi spin doctor, diceva: “Quando l’esempio del leader non è a portata di mano, la mandria deve pensare con la propria testa e lo fa per mezzo di cliché, parole o immagini preconfezionate”.
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